Oasi protetta Sant’Andrea Apostolo. Associazioni sollecitano progetto
E’ dal 2008 che giace negli uffici del Comune e della Regione, la richiesta d’istituzione di un’area naturale regionale protetta tra il Fosso Cupido ed il torrente Alaca a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, a firma congiunta dei Presidenti Nazionali di Legambiente, FAI, WWF e Italia Nostra.
Il tratto di spiaggia è uno dei pochi luoghi della Calabria in cui la ferrovia non passa vicina al mare, la spiaggia è ancora incontaminata, profonda, lunga circa 4 km. Ha sabbia di granito bianco ed è ricca di vegetazione spontanea e di fauna selvatica. Ancora preservato e integro è gran parte del suo entroterra ricco di sorgenti e vegetazione ed è ancora habitat di rari esemplari di fauna protetta e luogo di nidificazione delle tartarughe marine caretta caretta, spesso spaventate dal passaggio di automobili.
Un progetto che la vice presidente Fai Anna Gastel ha posto all’attenzione nel corso della conferenza stampa di Legambiente Calabria che si è tenuta a Soverato per accogliere la direttrice generale Legambiente Rossella Muroni: “Cercheremo di unire le forze – ha affermato la direttrice - per spingere l’amministrazione Comunale a realizzare un’oasi protetta in questa zona che non sia un luogo chiuso, ma che aiuti il turismo e attragga anche nuovo interesse dal punto di vista naturalistico. Si tratta di un’occasione importante per costruire un modo diverso di fare turismo e di accogliere le caretta caretta che spesso si vedono respinte dall’inciviltà”.
Come raccontato dalla Gastel, nel censimento Fai 2006/2007 sui luoghi del cuore, la “Fascia costiera di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio tra il fosso Cupido ed il torrente Alaca” è stata la località più votata del Sud d’Italia. “Un successo – ha detto la vicepresidente Fai - che ha spinto Intesa Sanpaolo, che sostiene il censimento, a finanziare un importante studio di tutta l’area che ha portato alla scoperta di oltre 300 varietà di flora psammofila sulle dune ed in parte dell’entroterra, la presenza dell’istrice, del gufo reale e, poco dopo, di un nido di carretta carretta, numerose sorgenti e reperti di valore archeologico”. “Un lavoro di ricerca - ha concluso la Gastel - che è stato poi completato dalla Direzione Regionale del Ministero dei Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria. La Regione ha poi nominato un’apposita commissione che, dopo varie riunioni e sopralluoghi, ha approvato l’apposizione del vincolo paesaggistico che a dicembre 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Al momento però, nessuna notizia della richiesta del progetto di oasi depositato in Regione dalle quattro maggiori associazioni ambientaliste”.