Ripepi (FI): “Per lo scalo reggino serve una New co”
"Il Rapporto della Cassa Depositi e Prestiti sugli Aeroporti e la loro gestione, ci porta a tornare sull'argomento dello "scalo reggino". La gestione dell'Aeroporto di Reggio Calabria mette a rischio qualsiasi tipo di ipotesi di competitività del territorio, sotto tutti i punti di vista, economico, turistico e commerciale. Tutto a causa dell'ignavia della Provincia e dell'incompetenza del Comune. Ad oggi, infatti, la situazione è di disastro completo, nè il presunto contatto con le compagnie Low Cost, porterà ad alcun risultato.
L'acquisizione di eventuali rotte dai vettori Low Cost, si basa sul sostegno degli enti territoriali azionisti che continueranno a ripianare la gestione in perdita, ergo non è sostenibile nel lungo periodo". E' quanto scrive Massimo Ripepi, consigliere comunale di Reggio Calabria.
"Poiché - continua la nota - un aeroporto non è solo la soddisfazione di una quota di trasporto passeggeri ed eventuali merci, ma anche e soprattutto un elemento cardine per la crescita e la competitività, non può continuare ad essere gestito dal ragioniere del rione o dall'aspirante farmacista.
L'Aeroporto di una Città Metropolitana deve: generare occupazione - non quella ovviamente, sovradimensionata della Sogas-, produrre ricchezza per il territorio, promuovere il turismo ed influenzare, con il suo funzionamento, le scelte di localizzazione di impianti e sedi operative da parte di società multinazionali. Un'infrastruttura di così vitale importanza per Reggio e tutta l'Area dello Stretto, non può prescindere da una seria programmazione e da un progetto industriale, sarebbe responsabilità di chi gestisce la struttura provare a mettere dei punti fermi.
Ci sono degli elementi di criticità che devono essere immediatamente rimossi quali:
1. l'accessibilità dell'aerostazione, che già agli attuali livello di traffico, pur essendo nel tessuto urbano, risente dei tempi di accesso rallentati per ragioni legate al traffico;
2. la gara per il rifacimento dello scalo, bloccata da ricorsi e contenziosi.
3. la concessione da parte dell'ENAC.
L'attuale gestione non è riuscita ad ottenere nulla di tutto questo, dimostrandosi inadeguata sotto tutti i punti di vista.
L'ipotesi di un'unica società di gestione regionale provocherebbe la chiusura dello scalo, poiché Lamezia, non avendo la dimensione internazionale che vorrebbe avere, andrebbe a fagocitare lo scalo di Reggio.
Ricordiamo che siamo in una regione che ha due milioni di abitanti, e pertanto tre scali aeroportuali sono decisamente eccessivi. Serve invece, puntare al traffico di Messina e delle Isole Eolie, in accordo con Catania, che ad oggi, nelle ore di picco, presenta un livello di saturazione dello scalo. Quindi, Reggio troverebbe il suo spazio, decongestionando Catania e scambiando il traffico internazionale con un miglioramento dei trasporti nello Stretto, necessari a Reggio per il traffico nazionale, e a Catania per quello internazionale.
Considerando i tempi di realizzazione delle infrastrutture occorrenti e la necessità di garantire un'adeguata programmazione degli interventi, bisogna muoversi sin da subito. Finora c'è stato solo un uso clientelare ed elettorale dell'aeroporto, innescando una miriade di micro interventi: idee piccole affidate a piccoli imprenditori, soltanto opere di poco conto, ed assunzioni a go-go. Pura decadenza. Le gravissime responsabilità dell'attuale management e della politica reggina, sono una parte essenziale del problema.
Serve liquidare la SOGAS e costituire una NEWCO con la partecipazione delle due regioni Calabria e Sicilia, di privati illuminati e della società di gestione dell'aeroporto di Catania, per arrivare entro tre anni alla privatizzazione della società di gestione".