Prima edizione della manifestazione “Salviamo la tartaruga caretta caretta”
Si è conclusa con un successo la prima edizione della manifestazione “Salviamo la tartaruga caretta caretta”. Pro Loco di Strongoli, WWF Calabria e WWF Crotone ed assessorato comunale all’Ambiente hanno organizzato insieme l’evento per la difesa del patrimonio marino. Si è trattato di un appuntamento che ha visto protagonisti i più giovani, 100 ragazzi, proprio dove 2 anni fa, la spiaggia di Strongoli, ospitò un nido di tartarughe caretta caretta, dove circa 100 i piccoli che riuscirono a trovare la via del mare grazie ai volontari.
La manifestazione ha avuto inizio con frammenti di immagini proiettati su uno schermo che riportavano all’estate del 1991 quando la sabbia di Strongoli divenne casa e culla di uova di una tartaruga caretta caretta. Le uova di tartaruga hanno un’incubazione tra i 42 e 65 giorni; In estate, nei mesi di giugno, luglio ed agosto, maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove gli esemplari adulti sono probabilmente nati. La spiaggia di Strongoli si presta alle schiusa delle uova per la temperatura, l'umidità del suolo, la granulometria della sabbia, fattori determinanti per la riuscita. Nel corso della manifestazione si è tenuto il “Laboratorio creativo di pittura”, un vero e proprio momenti di creatività, relax e divertimento per i 100 bimbi dovesono stati protagonisti la fantasia ed i colori nell’immaginare l’ambiente marino e la tartaruga caretta caretta.
I 100 elaborati e disegni saranno esposti nel mese di settembre prossimo nel museo civico di Strongoli. Ai bambini sono state consegnate inoltre magliette con il logo della caretta caretta che la Pro Loco di Strongoli ha preparato nell’occasione con l’assessorato all’ambiente di Strongoli.
L’iniziativa, che ha visto la presenza di 20 attivisti del WWF provenienti da tutta Italia, si è poi conclusa con il convegno sul tema “Salviamo la caretta caretta” con obiettivo quello di sensibilizzare i bambini ed i cittadini al rispetto e alla tutela di un bene così prezioso e delicato: il fondale marino. Nel convegno, Paolo Asteriti, responsabile provinciale del WWF di Crotone, nel ricordare le iniziative del campo scuola WWF ha rivolto un appello: “manteniamo il mare pulito, sono animali onnivori: si nutrono di molluschi, crostacei, gasteropodi, echinodermi, pesci e meduse, ma nei loro stomaci è stato trovato di tutto: dalle buste di plastica, probabilmente scambiate per meduse, a tappi, preservativi, bambole, portachiavi, bottoni, penne, posate e altri oggetti di plastica”.
Nel corso del convegno sono intervenuti inoltre Salvatore Coricello attivista WWF, Francesco Cuverà già attivista WWF Firenze, Maria Sgro’, assessore all’ambiente di Strongoli, e Sergio Bruno presidente della Pro Loco di Strongoli. Al termine della serata si sono esibite le 12 ragazze del gruppo folkloristico Aqila di Strongoli. Elena Madeo, biologa marina della sezione calabrese del Centro Studi Cetacei di Brancaleone, ha incantato bambini ed adulti con la proiezione di video ed immagini. “Il mondo marino sommerso – ha detto la biologa – nasconde un’infinità di meraviglie che, per chi ha la fortuna di visitarlo, affascina con i suoi abitanti curiosi e divertenti, perchè gli esseri viventi presenti nell’ambiente marino sono molto mutevoli”. La dott.ssa Madeo ha, poi, fatto notare che “Sempre più spesso si assiste, sulle nostre coste, al triste fenomeno dello spiaggiamento. Cetacei, tartarughe marine e squali sono ritrovati senza vita o agonizzanti lungo le spiagge; vittime innocenti dello spropositato sfruttamento del mare”. “Quando succede di trovare un animale spiaggiato – consiglia Madeo – il cittadino ha l’obbligo di chiamare la Guardia Costiera che prenderà gli opportuni provvedimenti, allertando il Centro di Monitoraggio, Soccorso e Monitoraggio che cerca, dove è possibile, di curare gli animali malati, oppure indaga per scoprire le cause del decesso”. Inoltre – suggerisce – bisogna evitare assolutamente di procedere con iniziative proprie; come ad esempio rigettare gli animali agonizzanti nuovamente in acqua. Ciò causerebbe maggiori danni in quanto agli animali verrebbero negate cure che, al Centro Studi Cetacei, gli sarebbero somministrate”.