Lamezia, collettivo Casarossa40: “No alle centrali a biomasse”
“Venerdì 28 agosto Ferdinando Laghi - medico e vice presidente dell’ISDE, l’Associazione dei Medici per l’Ambiente di Lamezia Terme – ci racconterà la verità sulle biomasse e sui danni che questi impianti provocano alla salute dei cittadini ed all’ambiente”. È quanto scrive il collettivo Casarossa40.
“Nel sostenere e partecipare alla lotta del Comitato No Biomasse Lamezia riteniamo opportuno affiancare all’aspetto - importantissimo e centrale - della salute dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente, anche alcune altre questioni che riguardano il contesto nel quale si inseriranno queste nuove centrali a biomasse che, se pur “piccole” (come afferma il padronato locale) rispetto agli ecomostri per i quali abbiamo sempre alzato il nostro NO, restano fortemente dannosi perché si inseriscono in un tessuto già degradato dal punto di vista ambientale.
In un area di pochissimi chilometri quadrati, infatti insistono due impianti già da tempo operativi e cioè la centrale a biomasse (sempre da 200kw) dell'azienda agricola Statti (quella dell'olio e del vino di qualità, sic!) ed il piccolo inceneritore di Ecologia Oggi che brucia un po’ di tutto. In questa zona, dicevamo, dovranno nascere altre 6 nuove centrali da 200kw delle quale tre già accertate mentre per le altre non è ancora dato sapere.
Due di queste centrali sono della Vitale Sud un colosso nella fornitura di materiale elettrico che a seguito della crisi del settore edile ha già licenziato molti suoi operai ed impiegati ed ora evidentemente prova a riconvertire la propria mission economica. E’ simpatico evidenziare che la centrale a biomasse già operativa, quella dell’azienda Statti, in realtà è interconnessa con quelle in realizzazione dalla Vitale Sud. Un terzo impianto, che pare in via di autorizzazione, è quello della Raffaele SpA, altro colosso locale del settore edile.
Lo scenario che ne viene fuori è pazzesco: sei nuovi impianti più altri due già funzionanti trasformeranno quel lembo di territorio e tutta Lamezia Terme in un centro di incenerimento per rifiuti. Questo scenario è reso realistico perché questi nuovi impianti a biomasse legnose in realtà possono bruciare, previa autorizzazione, anche CSS (Combustibile Solido Secondario) che è un combustibile ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti.
Vista la prossima chiusura della più grande discarica regionale, quella di Pianopoli, il rischio a noi sembra abbastanza chiaro che tali impianti possano essere utilizzati per smaltire un po’ di monnezza in eccesso. Resta poi la questione del surplus energetico che vede la Calabria (ed in particolare questo territorio ricco di mega impianti eolici) esportare un eccedenza del 77% dell'energia prodotta senza che le comunità possano godere anche solo economicamente di questa “energia pulita”.
Queste centrali quindi non vanno realizzate, né in periferia, né al centro né nelle aree industriali. Semplicemente questi impianti non devono essere realizzati perché inutili e dannosi. Invitiamo pertanto tutti i cittadini a partecipare all’assemblea del 28 agosto (ore 20:30), organizzata dal Comitato No Biomasse Lamezia, che si terrà c/o il parco Peppino Impastato di Lamezia Terme”.