Lipu: apertura caccia, indispensabile la vigilanza della Polizia Provinciale
In occasione della preapertura della caccia, per alcuni giorni, e poi dell’avvio della stagione venatoria 2015/2016, Domenico Laratta, coordinatore della vigilanza calabrese della L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli), che già nei mesi scorsi si era particolarmente interessato per la difesa e salvaguardia dei ruoli e delle competenze sia del Corpo Forestale dello Stato sia della Polizia Provinciale, in una nota stampa, afferma: “Con l’avvio delle preaperture e in seguito della stagione venatoria, in tutte le regioni italiane, temiamo che possano sorgere delle molteplici problematiche inerenti ai controlli sull’esercizio della caccia e più specificatamente agli innumerevoli casi di bracconaggio, operati, da persone prive di scrupoli e non rispettose della legge. La nostra preoccupazione è data dalle riforme in atto sia sul CFS sia sulla Polizia Provinciale, quest’ultima, ad esempio, essendo un presidio storico di controllo in materia venatoria, oltretutto specializzato e in possesso di strumenti, mezzi e conoscenze uniche, rischia di non esercitare regolarmente, come sempre fatto negli anni scorsi, quell’indispensabile servizio a tutela della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, oltre che garanzia per gli utenti delle campagne e di contrasto del gravissimo fenomeno del bracconaggio. Chiediamo alla Regione Calabria e a tutte le amministrazioni provinciali calabresi dotate di corpo di Polizia Provinciale, di non far mancare gli indispensabili controlli in materia venatoria”.
Secondo un rapporto sul bracconaggio, redatto dal CABS, che è un autorevole organismo internazionale che si occupa della materia, nel 2014, nella sola provincia di Cosenza, ben l’86% di tutti i reati di bracconaggio scoperti nella 4° provincia più estesa d’Italia, sono stati operati dalla sola Polizia Provinciale di Cosenza, attivissima sul fronte da sempre. La stessa Polizia Provinciale, specialmente sulla Sila, ha svolto, ad esempio, complesse e numerose operazioni antibracconaggio che hanno permesso di fermare bracconieri all’interno di aree protette, che usavano strumenti illeciti, che abbattevano specie particolarmente protette, che praticavano l’uccellagione o addirittura che portavano armi senza il prescritto porto d’armi.
Stesso discorso nella Sibaritide, dove le azioni della Polizia Provinciale di Cosenza, negli anni, sono state preziose e fondamentali per fermare i bracconieri che depredavano migliaia e migliaia di piccoli volatili spesso protetti, con danni irreparabili all’ecosistema naturale. Il Coordinamento provinciale di Cosenza, del Servizio Nazionale Vigilanza Ambientale-Ittica-Venatoria della L.I.P.U., s’impegnerà affinché sul territorio ci possano essere quanti più occhi vigili, ma al contempo, auspica l’impegno serrato e coordinato sia della Regione Calabria sia delle province calabresi, che assieme, possano trovare una sintesi in relazione alle riforme e misure in materia di Polizia Provinciale, alla luce della definitiva approvazione in legge, del decreto “Enti Locali” n. 78/2015. Va evitata la frammentazione e la dispersione di poco più di 100 agenti di Polizia Provinciale operanti in Calabria, per la vigilanza L.I.P.U., questi operatori specializzati devono continuare a svolgere le mansioni da sempre svolte, specie in una terra difficile e complessa dal punto di vista orografico e dei fenomeni criminali in essa presenti.
Laratta, continua ancora in merito: ”La soluzione, per evitare la frammentazione dei poliziotti provinciali calabresi, sta nel predisporre, regione e aree vaste assieme, un protocollo d’intesa che consenta alle attuali strutture di poter continuare ad operare nella vigilanza ambientale-ittica-venatoria-demaniale-mineraria-zoofila e di tutte materie afferenti alla salvaguardia dell’ambiente. La Regione, predisponga e approvi entro i termini previsti (31 ottobre) la legge regionale di riordino, altre regioni, hanno riassegnato, nel modo più logico, sensato e naturale, le funzioni di vigilanza, alle aree vaste e città metropolitane! Che la Calabria, non resti senza quell’indispensabile presidio di vigilanza sull’ambiente, sulla caccia e sulla pesca. Rischiamo di subire danni irreparabili al nostro già fragile e delicato territorio. Inoltre, senza un dedicato ed efficace sistema di controllo, c’è pure il rischio che, delle persone, non paghino più le tasse e il porto d’armi, ed esercitino in modo completamente abusivo l’attività venatoria, a danno anche di tutti i coloro che pagano regolarmente i tributi, oltre che questa circostanza, potrebbe, qualora si dovesse verificare, costituire un evidente pericolo per la pubblica e privata incolumità.”