Settembre al Parco, migliaia di persone al concerto del maestro Nicola Piovani
Il silenzio, quello delle migliaia di persone che si sono ritrovate al Parco della Biodiversità di Catanzaro nella terza serata di “Settembre al Parco”, si incastra armonicamente alla magia delle note che librano nell’aria in una tiepida serata di fine estate. Con il fiato sospeso, occhi fissi sul parco, la tensione muta si rompe solo nell’entusiastico fragore di applausi che diventano un abbraccio. Un’alchimia di emozioni e ricordi firmata Nicola Piovani.
Il premio Oscar al pianoforte, accompagnato da Marina Cesari al sax e al clarinetto, Pasquale Filastò al violoncello e alla chitarra, Ivan Gambini alle percussioni e alla batteria, Marco Loddo al contrabbasso e Rossano Baldini alle tastiere ha regalato al grande pubblico che ha partecipato alla manifestazione organizzata dall’amministrazione provinciale di Catanzaro, guidata dal presidente Enzo Bruno, ha regalato con generosità momenti di grande coinvolgimento emotivo che rimarranno nella storia dell’evento storicizzato dalla Provincia per valorizzare la splendida struttura.
A scandire le stazioni di questo viaggio musicale in libertà, Nicola Piovani che ha raccontato al pubblico il senso di questi frastagliati percorsi che l’hanno portato a fiancheggiare il lavoro di De Andrè, di Fellini, di Magni, di registi spagnoli, francesi, olandesi, per teatro, cinema, televisione, cantanti, strumentisti, alternando l’esecuzione di brani teatralmente inediti a nuove versioni di brani più noti, riarrangiati per l’occasione. Nel racconto teatrale la parola è arrivata dove la musica non può arrivare, ma, soprattutto, a farne da padrona la musica
Quella di Nicola Piovani è una vita nel segno della musica, e degli incontri che la musica ha reso possibili: con Ennio Morricone, Manos Hadjidakis. Ma se "la musica è pericolosa", come diceva Fellini, è un pericolo che vale la pena correre perché regala inaspettati scampoli di divinità
A farne da padrona – quindi – nella splendida cornice del Parco della Biodiversità la musica, dove la parola non saprà e non potrà arrivare. I video di scena hanno integrato il racconto con immagini di film, di spettacoli e, soprattutto, immagini che artisti come Luzzati e Manara hanno dedicato all’opera musicale di Piovani. Ne "La musica è pericolosa, concertato" Piovani ha raccontato in musica e parole il senso dei frastagliati percorsi che lo hanno portato a fiancheggiare il lavoro di De André, di Fellini, di Magni; di registi spagnoli, francesi, olandesi, per il teatro, il cinema, la televisione, per cantanti e strumentisti, alternando l’esecuzione di brani teatralmente inediti, a nuove versioni di pagine più note, arrangiate per l’occasione, sullo sfondo immagini che artisti come Luzzati e Manara hanno dedicato all’opera musicale di Piovani. Pagine musicali in cui Nicola Piovani ricorda com'è cambiata la sua vita con l'arrivo in casa della rivoluzionaria Lesaphon Perla, la fonovaligia acquistata per le feste da ballo di suo fratello. Racconta come sono nate molte delle sue musiche, come "La banda del pinzimonio" composta per Roberto Benigni, la combinazione mi-fa-sol di "Il bombarolo" scritta per Fabrizio De André o la canzone "Quanto t'ho amato", scritta con l'amato amico Vincenzo Cerami. Ma racconta anche gli scherzi goliardici che si concedeva con Gigi Magni, come quello di approntare un testo provvisorio per la metrica di una nuova lirica di "I sette re di Roma" usando il turpiloquio al posto dei numeri. Prende forma così una "vita cantabile" dove la musica diventa un pretesto per parlare della vita, e dove la vita si lascia agganciare proprio in quei momenti in cui un'aria, una combinazione di suoni, il fragore di una banda o l'audacia di un'orchestra hanno saputo toccarci il cuore e dirci qualcosa di più su questa rocambolesca avventura di essere musicalmente al mondo.
Al termine dello spettacolo, un altro grande evento dovuto al bravo e appassionato promoter Maurizio Senese, Nicola Piovani ha ricevuto il premio “Pitagora d’argento” del maestro orafo crotonese Michele Affidato. A consegnare l’omaggio, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, sul palco con il vice presidente Marziale Battaglia e i consiglieri Nicola Ventura e Marco Polimeni. “L’Amministrazione provinciale, compiendo uno sforzo immenso e nonostante l’esiguità di risorse economiche a disposizione, ha voluto fortemente mantenere l’organizzazione di un evento che da anni dà lustro alla nostra città ed allieta i catanzaresi per qualche giorno al ritorno dalle ferie estive – ha affermato il presidente nel ringraziare Senese, i consiglieri provinciali, le associazioni culturali che hanno dato il proprio contributo gratuitamente -. Ci stiamo impegnando per valorizzare ulteriormente il patrimonio artistico, culturale e ambientale che abbiamo ereditato: quello che chiediamo è la vostra collaborazione per mantenere al meglio questo gioiello e realizzare altri importanti eventi come quello di questa sera che ha avuto un riscontro eccezionale anche grazie a voi”.
Questa sera in scena il secondo “big”, Mario Venuti, che sarà a Catanzaro con un trio di musicisti ne “Il tramonto dell’occidente”, che prende il nome dal suo ultimo lavoro, un concept album scritto insieme a Kaballà e Francesco Bianconi, leader dei Baustelle. Insieme a Donato Emma alla batteria, Antonio Moscato al basso e Pierpaolo Latina alle tastiere, Mario Venuti presenterà i brani del disco, «Una serie di canzoni che si muovono sull’onda lunga della crisi. Con possibili vie di uscita – spiega lo stesso artista siciliano -. Un viaggio dal tramonto delle nostre vecchie illusioni all’alba di una nuova consapevolezza. Nessun catastrofismo, anzi nuovi stimoli per ripensare il nostro modo di vivere e i nostri valori». Anche questa sera la manifestazione sarà condotta da Domenico Milani e Rossella Galati.
Chiuderà l’undicesima edizione di Settembre al Parco, martedì 8, a partire dalle ore 18.00, l’Associazione nazionale dei Bersaglieri regione Calabria nell’ambito della inaugurazione e intitolazione del Parco delle giovani idee e della legalità al magistrato Federico Bisceglia.