Coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri”: raccolte 1 mln e 400 mila firme
“La Sorical aveva già minacciato qualche mese fa il ridimensionamento della dell’acqua a Cosenza. Oggi quelle minacce diventano realtà.” – Lo scrive in una nota il Coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri” di Cosenza – “Riteniamo oltremodo oltraggiosa questa decisione perché va a ledere uno dei diritti fondamentali dell'uomo, un "diritto umano", così come ha stabilito di recente l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si pone di fatto, in modo concreto, il problema della ripubblicizzazione della gestione dell’acqua. Il Coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri”, con la raccolta di oltre 45 mila firme in Calabria, 20 mila in provincia di Cosenza ha contribuito a raggiungere un risultato eccezionale di un milione e quattrocento mila firme, ottenuto dal forum italiano dei movimenti per l’acqua, risultato che dovrebbe consentire, dopo il parere della Cassazione e della Corte Costituzionale, a celebrare il referendum per la prossima primavera . Il Consiglio comunale di Cosenza, unitamente a diversi altri comuni, ha già deliberato in tal senso, dichiarando l’acqua un bene privo di rilevanza economica. Si tratta di rendere operativa tale delibera che impegna l’amministrazione a modificare lo statuto comunale. C’è da aggiungere che la gestione affidata alla Sorical sta creando problemi in diversi comuni. Minacce di riduzione dell’erogazione dell’acqua ci sono state nella vicina Rende e in tanti altri comuni, ma fenomeni molto più gravi si stanno verificando sulla potabilità dell’acqua. Venerdì scorso si è svolta un’affollata assemblea a Vibo alla presenza del sindaco che ha dovuto sospendere l’erogazione dell’acqua. I cittadini di Vibo hanno dovuto constatare da soli la non potabilità, ma un altro caso simile si sta sollevando ad Amantea. Problemi di questo tipo, non si erano mai posti in questi termini cosi estremi prima della gestione della Sorical, nonostante la gestione precedente non del tutto trasparente e legata ai carrozzoni clientelari.Per questo noi vogliamo rendere pubblica e partecipata la gestione del servizio slegandola da logiche di profitto che non possono convivere con gli interessi primari dei cittadini calabresi e sottoponendola al controllo democratico diretto. La multinazionale Veolia, che è dovuta scappare da Parigi per il cattivo servizio offerto ai cittadini di quella municipalità, mira solo a lucrare su un bene comune come l’acqua, non solo attraverso il 7% di remunerazione sugli investimenti garantita dall’attuale legislazione che il referendum proposto chiede di abrogare.I comuni gestiti in modo oculato e nell’esclusivo interesse dei cittadini, devono fare rete rispetto ai problemi che si stanno riscontrando, a cominciare dal problema delle tariffe che sono aumentate, come ha stabilito chiaramente una recente sentenza, oltre il dovuto ed in maniera illecita, motivo per cui si potrebbe sin da subito rescindere la convenzione con la Sorical e avviare la ripubblicizzazione del servizio e la promozione dell’informazione ai cittadini sulla campagna referendaria che si va avviando”.