Comitato Insegnanti calabresi, lettera aperta a Landini

Calabria Attualità

"Gentile Segretario Landini, se la definizione di “Coalizione sociale”, che Lei ha individuato per la sua idea di unione in lotta per i diritti, ha un significato innanzitutto intrinseco, allora ci soffermiamo a notare che in latino coalescere significa proprio “unirsi insieme” e vogliamo metterlo in evidenza, non perché insegnanti e per mera ostentazione culturale, ma perché pensiamo che la svolta verso cui dobbiamo necessariamente proiettarci sia appunto “lo stare insieme”. E' quanto scrive nella lettera aperta a Landini, Lara Nocito di Insegnanticalabresi.

"Non più lotte di categorie - continua la lettera - non più individualismi, non più autoreferenzialità, bensì unione, condivisione, collaborazione, in difesa dei diritti tutti, per tutti. Poi l’accostamento dell’aggettivo sociale aumenta la carica delle attese, perché sociale fa riferimento all’essere compagni, addirittura alleati. L’espressione ci riporta pure alla Coalizione della sinistra radicale, SYRIZA per dirla più familiarmente, e in molti hanno pensato a Lei come allo Tipras italiano.

Ora, l’idea di una coalizione sociale, capace di guidare una necessaria mobilitazione sociale, Lei l’ha lanciata qualche mese fa, chiarendo la sua posizione in ogni luogo in cui è intervenuto, anche a Cosenza lo scorso 21 settembre durante un’assemblea a cui io stessa ho partecipato con un intervento sulla riforma della scuola firmata Renzi/Giannini, in rappresentanza del Movimento dei Docenti autoconvocati calabresi. È chiara a tutti, quindi, la Sua idea di un movimento che nasce fuori dai partiti, ma che vuole fare politica nel senso più profondo del termine, cioè partecipare alla costruzione della Cosa Pubblica, ossia lo Stato.

Allora non comprendiamo questo stato di attesa in cui si muove, che fa pensare o ad un cambio di idea o ad un disorientamento, in entrambi i casi la delusione sarebbe enorme.

Questo è un paese già disorientato, che necessita di certezze. Ci guida un Governo sedicente di sinistra, autoimpostosi, che nei fatti rappresenta una sinistra che è di destra. Le riforme realizzate in questi mesi, definite con termini anglosassoni o con espressioni semanticamente ingannevoli, sono un attacco alla democrazia, alla Repubblica, nel significato reale che appartiene a questi due termini. Con il contratto cosiddetto “a tutele crescenti”, contenuto nel Jobs Act, il lavoratore potrà essere licenziato e la precarietà è tutt’altro che eliminata, piuttosto ci sembra incentivata. Con l’alternanza scuola/lavoro l’impresa entra nelle scuole, direziona le scelte didattiche e laboratoriali e sfrutta a costo zero gli alunni con la speranza di offrire loro una formazione spendibile nel futuro lavorativo. Con la nuova legge elettorale, Italicum, regaliamo premi di maggioranza alla lista che non supera neanche il 50%, basterà infatti il 40% con il capolista bloccato, ergo imposto. E sulla pseudo riforma del Senato stendiamo un velo pietoso.

Le attese sono tradite, le aspettative pure. I sogni per molti sono utopia, nel senso di un luogo agognato che non è, né sarà.

Davanti a tutto questo ci saremmo aspettati maggiore decisionismo, almeno il suo, visto che proprio Lei le aspettative le ha alimentate.

Restiamo ancora fiduciosi, perché qui qualcuno le risposte dovrà darle e il tempo delle attese e dei rimandi volge al termine. Piuttosto coalizziamoci socialmente, invitiamo tutti alla partecipazione, fattivamente. Proponga un giorno, un’ora, un luogo e chi ci crederà potrà esserci. Senza bandiere, senza egida alcuna. Liberi di costruire per il bene collettivo. Senza sinistra, senza destra, che ormai a poco e a pochi interessano. Insieme con proposte, idee, aspirazioni…che i sogni rubati, anche quelli utopici, ce li riprendiamo, perché una realtà distopica come questa non la riconosciamo, ci disorienta, ci disumanizza. Aspettiamo sue notizie".