Dissesto idrogeologico, Graziano: “tempi biblici per interventi non sono accettabili”
“ C’è un problema in Calabria e più in generale nel Meridione, atavico, apparentemente insuperabile e non più tollerabile. Ed è quello legato all’inefficienza dell’apparato pubblico. Della sua (non)capacità di mettersi all’ascolto dei cittadini, percepirne le esigenze e risolvere i problemi. Lo dico da tempo e ne ho fatto una battaglia del mio percorso politico: se le Istituzioni, ad ogni livello, non prestano occhi ed orecchie alla gente il sistema Italia, già di per se fragile e alla deriva, rischia di crollare definitivamente. Un caso su tutti, il più attuale, è quello legato al dissesto idrogeologico. Una terra come la Calabria non è solo afflitta dall’abusivismo ma deve fare i conti anche con una congenita e millenaria fragilità territoriale, totalmente sconosciuta e inconsiderata dal Governo nazionale. Perché ancora una volta registriamo arbitrarie disparità di trattamento. Ingiustificabili. Poco più di un anno fa in Liguria franava, sotto le piogge torrenziali, un tratto della ferrovia Genova-Ventimiglia. Oggi già ripristinata e attiva da mesi. Che ne sarà, invece, della tratta ionica collassata durante il nubifragio di una settimana fa? Riusciremo a vederla riattivata in tempi più o meno europei?”
È la preoccupazione del consigliere regionale Giuseppe Graziano che trova fondamenta su una riflessione, del tutto lapalissiana, che sta prendendo piede tra i cittadini calabresi a seguito della violenta alluvione che ha messo in ginocchio l’area ionica reggina e ancor prima, nell’agosto scorso, Rossano e la Bassa Sibaritide: dopo il disastro i territori e la loro economia rimangono in ginocchio.
“La Calabria – dice Graziano, solidale con le popolazioni della locride e del reggino – non può più vivere di sole speranze e di promesse. Abbiamo bisogno delle capacità politiche e amministrative per rialzarci e ripartire. Subito. Sicuramente chi ha un ruolo istituzionale è cosciente che nella nostra regione non è facile operare, facciamo i conti sicuramente con la costante ristrettezza dei fondi messi a disposizione della nostra comunità, ma non solo. Quello che succede in casi di eventi naturali eccezionali è la palese dimostrazione dell’incapacità di avere una macchina amministrativa veloce: lavori di ripristino che si configurano solo come soluzioni tampone, e neanche messe in campo con celerità, cantieri sempre aperti o peggio ancora cantieri non ancora iniziati.
Una classe politica e dirigenziale – prosegue il Consigliere - degna di tale nome deve esigere da tutti i soggetti coinvolti che quanto debba essere fatto si faccia bene e subito. Questo è quello che si aspetta il cittadino!
Ed è pur vero che negli anni tutti i governi regionali che si sono succeduti alla guida della Calabria non hanno saputo dare priorità alle esigenze della gente e per questo non hanno saputo spendere bene i soldi pubblici e, ancor peggio, non hanno avuto la lungimiranza di investire al meglio le risorse comunitarie. È mancato il confronto con i calabresi, in perenne attesa di riscontri alle loro esigenze. Ed è venuto meno, così, il rapporto di fiducia con la politica. Perché un cittadino di Crosia piuttosto che di Bovalino – aggiunge il Segretario questore - non può spiegarsi come mai in Giappone, a seguito di una catastrofe naturale eccezionale che ha letteralmente demolito l’impianto strutturale di un’intera nazione, a distanza di una settimana sono state ricostruite ferrovie, case ed autostrade, e in Calabria, a sette giorni dall’alluvione che ha messo a soqquadro il territorio, ancora ci sono intere frazioni dell’entroterra isolate, mentre di ripristinare le infrastrutture nemmeno se ne parla! Ed è curiosamente grottesco come Renzi pensi già con entusiasmo al ponte sullo Stretto proprio nel momento in cui sullo Jonio reggino l’unica linea ferrata e la Statale 106 sono cadute sotto i colpi della pioggia e l’A3 è sempre l’eterna incompiuta e ovviamente di alta velocità nemmeno a parlarne da Napoli in giù. Ecco perché rivolgo un appello al governatore Oliverio e al neo capo della Protezione Civile regionale Carlo Tansi, affinché si faccia veramente un piano reale e concreto di prevenzione. Che dia strumenti validi ai comuni per intervenire subito nelle emergenze. Operare in tal senso, forse, sarebbe un primo passo – conclude Graziano - verso un auspicabile cambiamento che torni a ridare credibilità alle Istituzioni.”