Presentato il Calendario storico 2016 dell’Arma dei Carabinieri
Oggi 10 novembre 2015, presso il Comando Provinciale di Crotone, il Colonnello Salvatore Gagliano ha presentato alla stampa l’edizione 2016 del Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri. Nell’opera, diventato ormai un ricercato ed ambito oggetto di collezione, troviamo, come filo conduttore che lega i mesi dell'anno, il tema “Il Carabiniere e le Arti”.
Il calendario, “nell’anno in cui la Bandiera dell’Arma dei Carabinieri è stata decorata dalla medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, per la meritoria opera svolta a salvaguardia del patrimonio culturale Italiano e internazionale”, rende omaggio all’Arma “rivisitando alcuni capolavori di sommi rappresentanti della pittura italiana ed europea che hanno preceduto, accompagnato e immediatamente seguito il periodo delle immani tragedie delle due guerre mondiali, in un percorso immaginario lungo gli oltre duecento anni di storia dell’Arma”.
Il tema del calendario è stato ispirato “dalla celeberrima opera impressionista di Claude Monet “I papaveri”; è bastato infatti inserire una pattuglia di Carabinieri nel paesaggio solare immaginato dal pittore francese per infondere quel profondo senso di sicurezza e serenità che la vigilanza dell’Arma da sempre trasmette alle nostre comunità. E’ così che, ricevuto dagli enti preposti il necessario assenso a reinterpretare le immagini delle opere prescelte con la tecnica della pittura digitale, ha preso forma questo progetto culturale- culturale, come sottolineato in maniera appassionata dal Comandante Provinciale di Crotone- , coerente con la finalità della pubblicazione di contribuire a diffondere la conoscenza dell’Arte e del Carabiniere nella sua evoluzione storica e nella sua dimensione umana e sociale “
Quest’anno, a far bella mostra in uffici ed abitazioni vi sarà una quindi una copertina, con “l’emblematico segno distintivo dei Carabinieri - la fiamma – che si staglia tra le volute geometriche e nitide d’ispirazione futurista, segno della solidità istituzionale nel tempo, riprese da un’opera di Giacomo Balla, nei colori che contraddistinguono la Bandiera italiana - il verde, il bianco e il rosso - l’Arma dei Carabinieri - il blu e ancora il rosso - l’azzurro del vessillo europeo e il celeste dell’ONU”.
Il percorso immaginario delle tavole del Calendario interpreta l’evoluzione dell’Arma dei Carabinieri nel tempo, disancorato dalla rigidità cronologica delle opere. Parte da Giovanni Boldini, con una composizione intima, evocativa di un momento storico ottocentesco, nella quale, alla giovane donna e al figlio dipinti dall’artista, si affianca la figura caratteristica di un Carabiniere, marito e padre, espressione di eleganza e di composta proprietà formale.
Con Amedeo Modigliani, l’operazione assume dimensioni quotidiane: le sue figure esili e allungate, che esaltano tutti i valori umani, ci riconducono alla bellezza e alla semplicità delle forme tipiche dell’arte rinascimentale. Nelle tinte forti di Henri de Toulouse-Lautrec è stato incastonato l’elemento uniformologico più caratterizzante del Carabiniere, il mantello foderato di rosso, coincidente con una lettura fatta già negli anni ‘20 del secolo scorso dalla rivista “L’Arma Fedele”: nella cornice di una riunione mondana il Carabiniere assiste impassibile alla coinvolgente festosità.
La figura del Maresciallo, attento e paterno tutore del territorio, con i colori intensi della campagna e i protagonisti della serena vita di provincia, caratterizza invece i personaggi e le atmosfere di Vincent Van Gogh. Ecco, poi, il musicante visto col candore arcaico di Henri Rousseau. Quindi, la pattuglia che vigila sul tranquillo pomeriggio festivo della gente, come concepito da Georges Seurat. Per Giorgio De Chirico, una scelta che certo sarebbe piaciuta anche a lui: nelle vesti di un Generale dei Carabinieri dell’800 è lo stesso pittore in sella ad uno dei suoi cavalli riccioluti, un autoritratto virtuale che va ad aggiungersi ai tanti da lui dipinti nel corso degli anni, in costume da torero o da gentiluomo del settecento. Nella doppia pagina centrale la già citata opera “I papaveri” di Monet, uno dei massimi rappresentanti dell’Impressionismo, è rivisitata, come detto, con la semplice aggiunta di una pattuglia di Carabinieri, la cui presenza appare protettiva e rasserenante. Con Salvador Dalì solleviamo i piedi da terra e ci portiamo con la fantasia al livello del Surrealismo; la pittura del grande artista spagnolo è sembrata la più valida a essere coniugata, nella chiave delle sue invenzioni oniriche, con la figura del Carabiniere sposata al concetto dell’eroismo a difesa dei cittadini.
A seguire, una serie di tavole ispirate alle opere degli eredi della Scapigliatura, i Futuristi, che si proponevano di adeguare ogni espressione d’arte al dinamico divenire della civiltà industriale e delle sue città. Il “trionfante progresso delle scienze” ha trovato la sollecita risposta dell’Arma dei Carabinieri che, da allora, ha ancor più dato slancio allo sviluppo delle proprie strutture, con l’adozione di sempre nuovi procedimenti, strumenti e mezzi operativi. Il vivace dinamismo è rievocato, in queste pagine, con le successive interpretazioni dell’aderenza e della tempestività dell’azione dell’Arma. Ecco, quindi, la caotica realtà metropolitana di Umberto Boccioni che, nella rivisitazione, si svolge sotto lo sguardo amico, protettivo e vigile di due Carabinieri, cui seguono le immagini, dipinte nel tipico stile futurista, di un’autoradio e di un Carabiniere motociclista, tratte da un’altra opera di Balla e da una di Mario Guido Dal Monte. Conclude Carlo Carrà, il più ermetico, ma anche il più discretamente simbolista della pittura italiana: al suo stile è affidata l’evocazione di un’Arma che, dotata dei mezzi della modernità, opera nel presente e guarda al domani con il saldo spirito di sempre.
Infine, il sereno e sognante surrealismo di René Magritte onora, con l’immagine più alta, l’Arma e i suoi Decorati: attraverso una porta sospesa nello spazio, una pattuglia di Carabinieri procede serena verso il futuro nell’adempimento del proprio dovere. E’ leggera e sicura, perché trae forza e determinazione dall’esempio di tutti quegli Eroi con gli stessi alamari che, evocati dalle decorazioni indicate nel cielo etereo, hanno tanto contribuito a dare lustro all’Arma e sicurezza agli italiani.
In occasione della presentazione del Calendario, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Crotone ha quindi ribadito con passione e vigore come anche queste circostanze possano essere foriere di conseguenze positive e fruibili per tutta la società: fornire la sicurezza è il compito principale dei Carabinieri, ma anche, come in questo caso, promuovere momenti di cultura, riflessione e, perché no, presa di coscienza del nostro immenso patrimonio culturale possono servire alla comunità, nella certezza che la cultura sradica le radici alla mafia. Ciò affermato, si è risaltato quindi l’impegno dell’Arma, con uno dei suoi Reparti di eccellenza ovvero quello della Tutela del Patrimonio Culturale, nella difesa del nostro patrimonio culturale e nella lotta a tutti i crimini che possano minacciarlo.