Legge Lazzati, soddisfazione dall’onorevole Angela Napoli
Sono precauzionalmente rimasta silente sul provvedimento relativo a “Disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione” perché dopo la sua approvazione alla Camera dei Deputati, ho voluto lasciare lavorare il Senato in piena autonomia. Oggi che il Senato ha definitivamente approvato il testo, così come licenziato dalla Camera dei Deputati, non posso che esprimere la mia sincera soddisfazione, anche perché il Parlamento Italiano è riuscito così a sottoscrivere una bella pagina nel contrasto alla criminalità organizzata, e questa volta lo ha fatto su propria iniziativa e non sotto la spinta governativa. Da oggi è finalmente legge la proposta che, predisposta dal Centro Studi “Lazzati” di Lamezia Terme, guidata dal Magistrato Romano De Grazia, è stata personalmente da me sposata anche nelle precedenti legislature, ma in quella attuale supportata trasversalmente da tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento. Da relatrice della legge durante il suo esame alla Camera dei Deputati, mi ritengo, altresì, soddisfatta visto che la mia relazione in merito è stata assunta anche come base di lavoro e poi condivisa al Senato. Finalmente la Magistratura avrà un reale supporto legislativo per individuare e punire il voto di scambio, che lega politica e criminalità organizzata durante le varie fasi elettorali. La nuova legge introduce il divieto per il sorvegliato speciale ai sensi della legge 575/1965 di svolgere le specifiche attività di propaganda elettorale previste dalla legge 4 aprile 1956, n.212, in favore o in pregiudizio di candidati partecipanti a qualsiasi tipo di competizione elettorale ed inoltre anche per il candidato che , avendo diretta conoscenza della condizione di sottoposto in via definitiva alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, richieda al medesimo di svolgere le attività di propaganda elettorale e se ne avvalga concretamente, viene prevista la reclusione da uno a cinque anni. Infine la condanna del candidato comporta l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena detentiva. Sento infine l’obbligo morale di ringraziare il Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, la Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, on. Giulia Bongiorno, per avermi coadiuvata nella volontà di avviare l’iter del provvedimento legislativo in questione, così come sento di dover ringraziare ufficialmente tutti i colleghi, in particolare quelli calabresi che, alla Camera e al Senato, hanno condiviso e aiutato alla trasformazione della proposta in norma legislativa. Ed essendo la nuova legge in questione divenuta tale su proposta del Centro Studi “Lazzati” penso che oggi la Calabria tutta abbia dimostrato che tra la sua gente c’è la volontà di irrompere quella cappa costituita da intrecci tra il mondo politico e quello della criminalità organizzata che, purtroppo, incide pesantemente sull’intero territorio regionale.