Cgil, onoriamo Giuditta Levato per la giustizia sociale e i diritti
"Sessantanove anni fa a Catanzaro periva Giuditta Levato, la contadina calabrese colpita mortalmente al ventre durante una manifestazione per chiedere il rispetto delle leggi che prevedevano l'assegnazione delle terre incolte ai contadini". E' quanto scrive Giuseppe Valentino - Segretario Generale CGIL Catanzaro.
"A distanza di quasi settant'anni - continua la nota - questo nostro Paese non ha trovato ancora la via per la giustizia sociale, nonostante alla giovane Giuditta sono susseguite altre morti, a partire dal figlio che portava in grembo, a Melissa o a Portella della Ginestra.
Sono tornati in voga i caporali, che trattano gli esseri umani come bestie da soma e li costringono a lavorare nei campi per guadagnarsi un tozzo di pane. Campi dai quali nascono prodotti pregiati come l'olio, il vino, gli agrumi che generosamente la nostra terra ci offre ma che un potere economico e politico arrogante ci fa pagare a caro prezzo, negandoci benessere e libertà. La tesi sull'orario di lavoro inattuale per determinare il rapporto tra aziende e lavoratori ci riporta indietro proprio a quegli anni passati premiando contemporaneamente i caporali presenti e gli aspiranti futuri.
La CGIL si batte perché il nostro Paese faccia un salto in avanti sui diritti e sulla costruzione di una società giusta rispettosa delle leggi e della vita delle persone che la abitano e la rendono migliore grazie al proprio lavoro.
Per questo oggi saremo ancora per le strade della Capitale per chiedere dignità nel lavoro, una paga decente, un contratto che regoli diritti e doveri per i dipendenti pubblici. Un contratto che il Governo nega da più di sei anni calpestando la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie.
Sarà, inoltre, per onorare il sacrificio di Giuditta Levato, dei tanti che assieme a lei sono periti per difendere la terra e la dignità, per dare un futuro differente a noi e a chi verrá che la CGIL lunedì prossimo porterà in piazza la Calabria che sta maggiormente soffrendo le scelte scellerate e repressive del Governo aggravate dall'ultima legge di Stabilità.
Non permetteremo che i lavoratori forestali, gli Lsu ed Lpu, i precari dello Stato e i disoccupati vengano presi a pesci in faccia dal Governo nazionale che ha scelto di negare loro dopo anni di precarietà la certezza del reddito e la dignità di lavoratori.
Non è concesso a nessuno di offendere il nostro lavoro e la nostra dignità e - orgogliosi delle nostre radici - continueremo a difendere la nostra Terra e i nostri diritti, per noi e per gli altri che verranno".