Controlli dei carabinieri nel reggino, 5 arresti
Cinque arresti nel corso di controlli del territorio effettuati dai carabinieri nel Reggino. A Sant’Eufemia d’Aspromonte, tratto in arresto C.S., di 26 anni per il reato di furto aggravato, poiché, durante un controllo eseguito insieme a personale dell’Enel presso la sua abitazione è sta accertata la presenza di un cavo elettrico collegato a monte del contatore e che consentiva la libera erogazione di energia.
A Sinopoli, i Carabinieri hanno arrestato F.C., 63enne del posto già noto alle forze dell'ordine, per il reato di furto aggravato: durante presso l’abitazione anche in questo caso accertata la presenza di due cavi elettrici, collegati a monte del contatore, che consentivano l’erogazione della corrente.
A Reggio Calabria, in manette N.A., di 33 anni e già noto alle forze dell'ordine, per i reati di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, poiché, a seguito di una segnalazione per un tentativo di aggressione da parte di due coniugi, i militari sono giunti sul luogo dove il 33enne, in evidente stato di ebbrezza, stava tentando di sfondare a calci il portone di ingresso aggredendo anche i militari intervenuti.
A Lazzaro, frazione di Motta San Giovanni i Carabinieri hanno arrestato, L.L., 32 anni, per il reato di produzione, traffico e detenzione illegale di sostanze stupefacenti o psicotrope. L’arresto è stato effettuato in esecuzione all’ordine di carcerazione e decreto di sospensione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, poiché l’uomo è stato condannato alla pena di due anni e 8 mesi di reclusione per fatti commessi nel capoluogo il 25 Gennaio 2014.
A San Giorgio Morgeto, in arresto un 47enne del posto, D.A., già noto alle forze dell'ordine. L’uomo è accusato di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, poiché, nel corso di un controllo ad un esercizio pubblico, all’interno del quale vi si trovava in un evidente stato di alterazione psicofisica, dovuta all’assunzione di alcolici, avrebbe inveito ripetutamente contro i militari con frasi ingiuriose e minacciose, per poi dimenarsi allo scopo di sottrarsi al controllo.