“The Chosen One, La Profezia” di Ferdinando Capicotto presentato a Catanzaro
Chi di noi, in un momento di scoramento, non ha mai chiuso gli occhi e desiderato con tutto se stesso, di evadere dal mondo per proiettarsi in un’altra realtà, astratta? Come Dante ha operato una sospensione dell’incredulità, garantendo di esser stato realmente tra Inferi, Purgatorio e Paradiso, Ferdinando Capicotto ha affrontato un viaggio metafisico, nello spazio. Paragone azzardato, non v’è dubbio, ma pur sempre di introspezione parla “The Chosen One – La Profezia” (Edizioni Talos), il primo libro del 26enne catanzarese, laureato in Servizio Sociale, nonché studente di Sociologia e praticante giornalista sportivo, presentato sabato 12 dicembre presso la libreria “Punto e a Capo” di via Jannelli, alle porte del centro. L’opera, promossa dagli editori Osvaldo Tartaro e Roberta Lagoteta, rappresenta lo “step one” di una trilogia dove fantascienza e sociale si scontrano e si incontrano, per poi camminare a braccetto, in una narrazione che vede protagonista il giovane Max, studente 17enne modello, per nulla propenso allo sport, impacciato e insoddisfatto della vita che conduce, senza amici né una fidanzata.
Il suo unico punto fermo è la famiglia, ma la sua vita finirà con l’essere stravolta da un evento fantastico che gli consentirà di evadere dalla realtà. “Diamo voce ad autori giovani e talentuosi, cercando di recuperare il ruolo storico dell’editore, ossia un garante di qualità come intermediario tra scrittore, opera e pubblico”, ammette l’editore Tartaro nell’aprire il dibattito moderato dalla giornalista Rosita Mercatante, in una libreria gremita. “Tendenzialmente ci soffermiamo su tematiche a sfondo sociale, questo è il nostro primo lavoro di genere Fantasy – continua Tartano-, con dei riferimenti alla sfera sociale dei ragazzi che trovano nella fantasia forse l’unico strumento con cui trascendere una realtà molto spesso frustrante”. Senza soffermarsi oltremodo sullo sfondo della narrazione, Ferdinando Capicotto (che a breve inizierà la stesura del secondo volume, dedicando l’opera ad una zia recentemente scomparsa), dà vita ad un personaggio molto vicino alla sua personalità, elaborando un testo scorrevole con cui abbracciare tutte le età, pur rivolgendosi in particolare alle problematiche degli adolescenti, che trovano scappatoie personali: sull’esempio di Max, ognuno di noi può dare un senso alla sua vita, ma deve crederci.
È questo il messaggio di speranza: anche la fantasia può rendere la realtà meno dura. Il protagonista di questa fantastica avventura, supera i problemi con le sue forze, raggiungendo traguardi grazie alla sua forza di volontà, una peculiarità presente nel suo spirito ma ancora sconosciuta. Determinante il ruolo della famiglia, presente e protettiva, seppur sia sottile la linea tra proteggere e opprimere: ogni ragazzo necessita di un supporto, ma è altrettanto importante imbattersi autonomamente nei propri errori, per rialzarsi e andare avanti, con responsabilità. È chiaro qui, il riferimento al mondo artefatto che i tempi moderni impongono, tra social, “like” e amicizie virtuali, senza rapportarsi al “gruppo dei pari”. Nella lettura, scopriremo che il profilo di Max si avvicina molto al nostro ed è per questo che prenderemo a cuore le sue traversie, finché non trova negli amici e nell’amore, i cardini che lo aiuteranno a crescere.
“A mio avviso, l’amicizia ha un ‘valore 10’, ma l’amore è quel ‘10+’ che servirebbe ad ognuno di noi”, riflette il giovane Ferdinando, che spera di lanciare un messaggio ai tanti coetanei smarriti nell’incertezza, senza i valori cardine della vita: “Spero di spronare i ragazzi ad affrontare la vita in modo diverso, poiché spesso si arriva in un punto di non ritorno, quasi con la voglia di commettere errori. Vivere non è ‘social’, ma relazionarsi quotidianamente”, avverte lo scrittore, che dice di avere “tanti conoscenti e pochi veri amici sui cui fare affidamento” proprio come Max, che incontrerà nella sua avventura un’altra figura importante, quella del suo allenatore.
Entrambi impareranno tanto da questa nuova relazione, arricchendosi di un rapporto fraterno: “Il simbolo di questo forte legame, emergerà alla fine della storia”, rivela Capicotto, secondo il quale “qualsiasi cambiamento corrisponda ad una rivoluzione, per i sacrifici che implica”. L’importante è credere in noi stessi, facendo affidamento sulle nostre capacità: “Non credo al destino, o meglio ognuno di noi è padrone del proprio, potendo modellare ogni occasione con le proprie mani. Abbiamo paura di cambiare, per l’impegno che comporta, mentre a volte preferiamo piangerci addosso piuttosto che voltare pagina”. Ognuno di noi può essere Max.