Reggio: acque reflue di oleifici nel terreno, due denunce
Al fine di contrastare attivamente le frodi in campo agroalimentare ed i reati nel settore paesaggistico ambientale, il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria ha disposto una serie di controlli negli oleifici dislocati sul territorio provinciale, soprattutto per le fasi di trasformazione delle olive e per lo smaltimento dei residui di lavorazione.
Durante i controlli, il personale del Comando di Santa Eufemia, in concorso con la Polizia di Stato di Palmi e con l’Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria, ha denunciato i proprietari di due oleifici, entrambi ubicati nel comune di Seminara, per i reati di abbandono di rifiuti liquidi sul suolo e nelle acque superficiali, danneggiamento di acque pubbliche e deturpamento di bellezze naturali.
I due frantoi scaricavano le acque di vegetazione, nonché le morchie prodotte durante la molitura delle olive, direttamente nel suolo o addirittura, mediante una elettropompa, venivano convogliate nella rete di smaltimento delle acque piovane del Comune senza subire alcun trattamento, e quindi scaricate nel Torrente Lumbia. Le acque reflue di vegetazione risultano fortemente inquinanti se immesse tal quali nei corpi idrici.
Il legislatore tuttavia ne consente l’impiego come ammendante in agricoltura, ma solo rispettando scrupolosamente un disciplinare di impiego per evitare danni all’ambiente ed al suolo.
I gestori dei frantoi, S.P. di 68 anni e A.S. di 47 anni, non sono stati in grado di esibire nessuna autorizzazione relativa ad un impiego agronomico delle acque reflue anzi, durante l’accurata ispezione degli impianti, svolta dal personale forestale, è emersa la condotta dolosa di A.S. che aveva predisposto pompe e condutture per scaricare direttamente i reflui inquinanti nella rete di scarico delle acque bianche comunali.
I due titolari sono stati deferiti, in stato di libertà, alla competente Autorità Giudiziaria.