Coppie di fatto, Gallo: “Poche tutele”

Calabria Attualità

“Non vi è dubbio che, in Italia, i rapporti di convivenza siano in aumento rispetto ai matrimoni, nel senso che dalla stima dei dati relativi ai matrimoni, alle separazioni, ai divorzi ed ai rapporti di convivenza, si evince con chiarezza la vastità del fenomeno delle famiglie ‘di fatto’, di poco inferiori numericamente alle famiglie legali”. È quanto scrive Pasqualino Gallo, presidente di Fareitalia Cosenza.

“E tuttavia, la convivenza cosiddetta more uxorio non è prevista e disciplinata dalla legge, nonostante la stessa si sia occupata, nel tempo, di regolamentare una serie di diritti spettanti soprattutto ai figli, oltre che alla convivente tanto che i figli, oggi, hanno lo stesso riconoscimento e godono degli stessi diritti dei figli legittimi. In altri e più chiari termini, la famiglia ‘di fatto’, come formazione sociale, è priva di tutela giuridica, nonostante si sia dato, alla stessa, un certo rilievo attraverso l’emanazione di norme, seppure frammentarie.

In mancanza di una esaustiva ed esauriente normativa, la dottrina applica alle famiglie ‘di fatto’, per analogia, le norme riguardanti la famiglia legittima, fondata cioè sul matrimonio mentre la giurisprudenza, ispirandosi ai criteri interpretativi di quella europea, si è spinta ben oltre. A titolo esemplificativo, in occasione della regolazione dei rapporti patrimoniali, in sede civile, con una recente sentenza, La Suprema Corte ha precisato che la nozione di famiglia non deve limitarsi a quella basata sul matrimonio, potendo invece comprendere anche altri legami, appunto quelli ‘di fatto’, a cui ricondurre ogni forma di comunità, semplice ovvero complessa, idonea a permettere, ed anche a favorire, il libero sviluppo della persona umana.

Ed ancora, con la predetta sentenza la Suprema Corte ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale, in caso di morte o di incidente del partner, anche al fidanzato, sul presupposto della esistenza di una semplice relazione stabile, finalizzata a costituire una famiglia, non essendo di guisa necessario che tra i due vi fosse una convivenza stabile”.