Adescato sulla chat e rapinato, un altro arresto a Catanzaro
Nei giorni scorsi, la squadra mobile di Catanzaro ha arrestato un cittadino bulgaro di 37 anni, Krasimir Plamenov Mihaylov, da anni residente nel capoluogo, con l’accusa di essere l’autore di una rapina avvenuta il 25 settembre del 2014, e realizzata, secondo gli inquirenti, insieme ad un presunto complice, Domenico Corapi, già arrestato l’estate scorsa con l’accusa di esserne l’artefice. La rapina vide come vittima inconsapevole un giovane catanzarese, che fu dapprima attratto con la promessa di un incontro galante e poi malmenato e derubato di quanto aveva in tasca.
IL FATTO fece scalpore in città, mettendo a nudo le insidie che si nascondono dietro gli spazi sconfinati offerti da internet. Il ragazzo si era incontrato con suoi rapinatori nei pressi di un campo sportivo alla periferia nord del capoluogo, dove i malviventi gli avevano dato appuntamento fingendosi di essere una donna in cerca di amicizie.
Secondo la tesi degli investigatori, la falsa identità sul web sarebbe assunta da Corapi, il quale avrebbe chattato con la vittima mostrandogli interesse e illudendolo di essere pronta per un’avventura sentimentale. Il ragazzo è così caduto nel tranello accentando l’invito per incontrarsi e si recò presso il campo sportivo Lenza, di località Gagliano. Lì, sempre secondo gli agenti, lo avrebbe atteso Corapi, che lo rapinò.
Subito dopo, la vittima denunciò l’accaduto alla Squadra Mobile e della Sezione di Polizia Postale di Catanzaro, che ritennero di essere risaliti ai presunti malviventi, individuando in Mihaylov il complice di Corapi. Il bulgaro, noto con l’appellativo di “Krasi”, stando alle accuse che gli muove il provvedimento di carcerazione, avrebbe accompagnato Corapi all’appuntamento e dunque aiutandolo.
Accortosi del tranello in cui era cascato il ragazzo aveva cercato di sfuggire alla presa dei malviventi: i rapinatori però lo avevano rincorso e braccato. Raggiunto i due gli avrebbero sottratto il telefono cellulare e il denaro che aveva in tasca.
Pertanto, prima per Corapi e ora per “Krasi”, si sono aperte le porte del carcere, in attesa che l’Autorità Giudiziaria decida delle sue responsabilità. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale del Capoluogo, che ha ritenuto sussistere nei confronti dell’uomo esigenze cautelari tali da meritare il carcere.