L’Associazione Anassilaos omaggia Vittorio Gassman
Alla figura e all’opera di Vittorio Gassman, il grande attore teatrale e cinematografico italiano nato nel 1922 e scomparso nel 2000, l’Associazione Culturale Anassilaos dedica un incontro che si terrà martedì 12 gennaio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento di Biagio d’Agostino. Introdurrà Pino Papasergio. Genio multiforme dello spettacolo italiano Gassman esordisce in Teatro negli anni Quaranta a Milano (1943) nella Nemica di Dario Niccodemi. Più tardi a Roma, al Teatro Eliseo, con Tino Buazzelli ed Ernesto Calindri recitò in diverse opere, dalla commedia borghese al teatro intellettuale. Con Luchino Visconti ottenne i successi della maturità, assieme a Stoppa, Rina Morelli interpretando, tra gli altri “Un tram che si chiama desiderio”.
Recitò con Paola Borboni e più tardi con Arnoldo Foa e Massimo Girotti. Negli anni Cinquanta proseguì la sua esperienza nel teatro impegnato recitando testi di Eschilo (I Persiani, il Tieste, l’Orestiade) di Seneca e nell’Otello di Shakespeare. Il grande successo popolare lo raggiunse però con il programma televisivo il “Mattatore”. Nel cinema, dopo le prime partecipazioni degli anni Quaranta, raggiunge il successo meritato con i “Soliti ignoti” di Monicelli (1958) che ne rivelò le non comuni doti di attore anche comico. Nel 1959 fu l’anno della Grande Guerra sempre di Monicelli, con Alberto Sordi, una delle migliori pellicole dedicate alla Prima Guerra Mondiale lontana da ogni forma di retorica bellica e patriottica “Va ben, se la patria la dovessero difendere solo le persone perbene, te saludi patria”.
Ad esso seguirono le interpretazioni in film di produzione sia italiana che estera, alcuni “colossal” hollywoodiani ma anche film intimi e drammatici come il “Sorpasso” (1962), amari come la Marcia su Roma dello stesso anno, comici ma non anto come “L’armata Brancaleone” del 1966. La sua intensa attività di attore proseguì nei decenni successivi con altri film di successo (“Profumo di donna” poi oggetto di un remake hollywoodiano nel quale troviamo la battuta “È una fortuna essere ciechi perché i ciechi non vedono le cose come sono ma come immaginano che siano”) senza che Gassman dimenticasse però il teatro, la grande passione della sua vita, al quale dedicò una serie di spettacoli (l’Adelchi di Manzoni ad esempio) che segna anche la particolare attenzione da allora in poi dedicata alla poesia e alla Divina Commedia di Dante. Per la televisione, a parte alcune apparizioni in programmi di varietà, realizzò anche fin dagli anni Cinquanta degli spettacoli teatrali allo scopo di portare dentro le case degli italiani il grande teatro.