Traffico illecito di rifiuti, Legambiente plaude all’operazione Efesto
Legambiente Calabria accoglie con molta soddisfazione la notizia dello smantellamento di una rete di raccolta illegale di rifiuti nella provincia di Cosenza, avvenuta grazie all’operazione portata avanti dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Cosenza, coordinato dalla Dda di Catanzaro.
L’operazione, denominata “Efesto”, ha permesso di smascherare una fitta rete di smaltimento illegale di rifiuti portando al sequestro di un’azienda sita nel comune di Zumpano. Contestati i reati di traffico illecito di rifiuti, ricettazione e associazione a delinquere.
Secondo gli inquirenti, nell’azienda sequestrata confluivano vari tipi di rifiuti: batterie esauste al piombo, oli esausti di veicoli, elettrodomestici, cartellonistica stradale, lampioni, veicoli fuori uso e rifiuti ferrosi di ogni tipo, oltre ad un ingente quantitativo di rame rubato. Traffico illecito che avrebbe fatturato, nel solo periodo monitorato, circa 1,5 milioni di euro. Soldi accumulati sulla pelle dei cittadini e con gravi danni sia per l’ambiente che per l’economia onesta del territorio.
Quello portato alla luce dai forestali è un sistema criminale che conferma, quindi, la pericolosa cappa di illegalità che ancora grava drammaticamente sulla gestione dei rifiuti in Calabria, che, come altrove nel Paese, si rivolge sempre più spesso verso il riciclo in nero di diverse tipologie di scarti, a scapito di ogni tentativo di incanalarli verso percorsi legali, economicamente convenienti e soprattutto sostenibili. Presenza ecocriminale, spesso anche di matrice mafiosa, capace di inquinare uno dei pilastri dell’economia circolare, l’unica in grado di guardare al futuro con ottimismo.
Occorre un salto di qualità nella gestione dei rifiuti, nel rispetto dell’ambiente e dei cittadini, in sintonia con le nuove opportunità economiche che oggi offre il recupero degli scarti. Legambiente si augura che la Calabria non rimanga fanalino di coda del Paese nella valorizzazione dei rifiuti, lasciando ancora campo libero a quegli stessi trafficanti che oggi sono finiti nelle maglie dell’antimafia di Catanzaro.