Presentata l’opera “Il Martinello Rampante”, sarà benedetta domani
Su iniziativa della Commissione VI Centenario dalla nascita di San Francesco di Paola è stata presentata il 23 febbraio presso la casa natale del Santo - l’opera dell’Artista Marco Papa “Il Martinello Rampante”. Marco Papa, di origini marchigiane, si esprime in ambito artistico ricorrendo sia alle tecniche più classiche, come scultura, disegno e fotografia, sia a quelle multimediali come video, istallazione e performance. Papa si confronta da sempre con materiali e linguaggi diversi, riflette sui fenomeni sociali contemporanei e forma una propria iconografia della vita. In occasione dei 600 anni dalla nascita di san Francesco di Paola, Marco Papa si lascia ispirare dal famoso miracolo dell’agnellino Martinello. Martinello, compagno inseparabile del santo, viene sgozzato e mangiato da alcuni operai impegnati nella costruzione della chiesa di Paola; la sua pelle e le sue ossa vengono gettate nella fornace della calce. Ma, sopraggiunto il santo, l’agnello riappare al richiamo di Francesco, uscendo dalle fiamme sano e in vita e, come era solito fare, va a prendere il cibo dalle sue mani. Nella realizzazione dell’opera l’artista si sfida nell’utilizzo dei materiali, acqua e farine del territorio, con il supporto delle maestranze locali, dando vita ad una scultura di pane a rappresentare un agnello che si eleva sulle zampe posteriori nella classica posa da animale rampante. L’opera è disposta su una lunga pala in legno di faggio a mezz’aria. In questo modo l’artista costruisce un allusivo confronto tra l’agnello Martinello, fatto rivivere da san Francesco di Paola, e l’immagine dell’agnello, sgozzato e rampante, del libro dell’Apocalisse, «un Agnello, in piedi, come immolato» (Ap 5,6) simbolo di Cristo, vittima pura e innocente, e del suo sacrificio martiriale a favore dell’umanità. E utilizzando il pane rimanda anche al senso sacramentale dell’agnello. Cristo, Pane eucaristico, è infatti l’agnello pasquale immolato, che fa rivivere il memoriale della Pasqua alla comunità che si raduna per la santa cena: «Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!»(Ap 19,9).
Il progetto, unico nel suo genere per l’arte contemporanea, è la prosecuzione della mostra della collezione Bilotti Ruggi d'Aragona del 2012 a palazzo dei Bruzi in occasione del cinquantenario a patrono della Calabria e dal dicembre 2014 alla Galleria Nazionale di palazzo Arnone che espone opere dei massimi artisti dal ‘500 al ‘900, Brill, Ribera, Coppola,Finoglio i cosentini Monzini e Salfi fino al ‘900 con Rotella, appartenenti alla collezione Bilotti. La nuova mostra coinvolge più di 30 artisti nazionali e internazionali (tra cui Andrea Aquilanti, Paolo Assenza, Andrea Boldrini, Bizhan Bassiri, Danilo Bucchi, Roberto Calò,Antonella Cappuccio, Jacopo Cardillo, Francesco Clemente, Roberta Coni, Simone Crivello, Simone Cardillo, Giorgio Dante, Alessio Deli, Giuseppe Ducrot, Davide D’Elia, Costanza Alvarez De Castro; Roberto Ferri , Sidival Fila, Omar Galliani, Giuseppe Gallo, Giovanni Gasparro, Gianfranco Grosso, Mark Kostaby, Kokocinski, Massimo Livadiotti, Felice Levini, Andrea Mineo, Serafino Maiorano, Riccardo Murelli,Daniele Puppi, Alfredo Pirri, Pietro Ruffo, Cloti Ricciardi, Fiorella Rizzo, Stefano di Stasio , Santo Tomaino, Ignazio Schifano, Germano Serafini, Sandro Sanna) in un percorso di riappropriazione delle espressioni culturali della Calabria, proponendo un’attenta e puntuale riflessione attorno alla figura, al culto e alla devozione del Santo paolano. Un progetto che parte dalla storia di un uomo che ha sempre affascinato il mondo dell’arte fondendovisi, non è infatti da dimenticare che il secondo nome di Picasso era Francesco di Paola.
Obiettivo, la riappropriazione, attraverso l’arte contemporanea, degli elementi più significativi della nostra tradizione, il recupero dei valori reali tra spiritualità, religione, storia, iconografia, leggenda e miracolo.
L’opera – esposta presso la Casa natale del Santo - sarà benedetta domani venerdì 26 febbraio per poi restare in mostra presso il Palazzo della Provincia di Cosenza, ed essere in seguito presentata all’interno della collettiva nelle città di Napoli, Roma e Parigi.