Corigliano, ordinanza contro le ricerche di idrocurburi
"Indagini esplorative e ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio e nelle acque dell’Alto Jonio cosentino, l’esecutivo Geraci dice No alle trivellazioni, attraverso un’ordinanza. Agricoltura, pesca e qualità della vita, obiettivi: tutelare risorse paesaggistico-territoriali, evitare la compromissione definitiva ed irreversibile di ogni ipotesi di sviluppo turistico e la devastazione dei fondali marini e di conseguenza della fauna." È quanto fa sapere l’assessore all’ambiente Marisa Chiurco.
"Dal riconoscimento del Parco della Sila come Riserva della Biosfera Unesco che coinvolge 66 comuni e oltre 43 soggetti pubblici (Provincia, Regione, Università della Calabria, sindacati, camere di commercio, Confindustria, associazioni di categoria e altri) all’individuazione della Foce del Crati quale area SIC - Sito di Importanza Comunitaria; passando dall’adesione al contratto Fiume Crati; dalla presenza documentata nel mar Jonio di cetacei e tartarughe marine del tipo “Caretta Caretta” che continuano a preferire le nostre spiagge per la nidificazione, passando dalla relazione del Prevenzione e previsione dei rischi della Provincia di Cosenza, e fino alla relazione della commissione ICHESE che non esclude la correlazione tra fenomeni sismici e le operazioni di ricerca di idrocarburi in mare. L’ordinanza di divieto e sospensione di ogni attività legata alla ricerca di idrocarburi si aggiunge alla documentazione prodotta e raccolta in questi mesi dall’assessorato all’ambiente strumentale a dimostrare che il progetto delle trivellazioni a mare non era, non è e non sarà compatibile con l'identità e lo sviluppo sostenibili di questo territorio.
Si tratta dell’ultima iniziativa in ordine di tempo - dichiara l’assessore Chiurco - che l’Esecutivo Geraci ha intrapreso per aggiungere alla corposa documentazione che ci ha visto e che continua a vederci contrari, ulteriori strumenti al nostro NO alle trivellazioni. Ciò che preoccupa – continua - oltre alla minaccia che simili operazioni potrebbero comportare per l’ambiente e le potenzialità attrattive del territorio, sono i pericoli per la salute e la sicurezza dei cittadini. Le attività di ricerca ed estrazioni, così come la Basilicata insegna, comporterebbero il rischio di inquinamento delle falde acquifere. Non è escluso che la perforazione della crosta terrestre – aggiunge – potrebbe far aumentare il rischio di attività sismiche, in un territorio dove il dissesto idrogeologico continua a far registrare fenomeni franosi costanti e preoccupanti. La letteratura scientifica non rassicura. Basti pensare agli incidenti verificatisi nel Golfo del Messico e nelle acque al largo della Scozia e del Brasile con i gravissimi incidenti verificatisi con la fuoriuscita di petrolio. Anche dal punto di vista dei vantaggi economici ed occupazionali il territorio non ne trarrebbe benefici.
L’ordinanza vieta e intima la sospensione, con decorrenza immediata, nel territorio di Corigliano e nel bacino jonico antistante alla Città del Castello Ducale, l’installazione di macchine e/o attività presupposta, connessa e consequenziale alla ricerca di idrocarburi solidi e gassosi e collegate alle attività di ispezione e trivellazione".