Fotografia: Personale di Stefania Sammarro a Rende
Un numeroso pubblico ha assistito alla Personale e alla presentazione del Libro fotografico “Oblivion”, edito da Falco Editore, della fotografa calabrese Stefania Sammarro, tenutasi il 3 marzo scorso presso il Museo del Presente.
L’inaugurazione è iniziata con la lettura di un testo attraverso la voce intensa dell’attrice Imma Guarasci, che ha evidenziato la ricerca fotografica e le visioni della giovane fotografa cosentina. Sono seguiti i saluti ai presenti da parte del sindaco di Rende, Marcello Manna, e dell’assessore alla cultura Vittorio Toscano cui hanno fatto seguito gli interventi del maestro di arti visive, Mimmo Legato, presidente dell’Art Studio Space, associazione culturale promotrice dell’evento e del talento concettuale dell’artista Sammarro, e Michele Falco, editore del libro.
Alla presentazione del volume “Oblivion”, è seguita la mostra fotografica dell’artista, allestita da Franco Paternostro, attraverso un percorso profondo, ma allo stesso tempo delicato e contemporaneo sull’anima femminile e su come comunicare l’incomunicabile e il non detto attraverso la fotografia.
Se da un lato il degrado, l’abbandono e la solitudine possono stimolare emozioni negative nel fruitore, al contrario, i dettagli e i soggetti immortalati rievocano sogno, calma apparente e arte stessa. Le visioni della fotografa Stefania Sammarro sono in grado di toccare la Storia dell’Arte con i suoi riferimenti a Caravaggio, Hopper o Hammershøi, l’artista che dipingeva le donne di spalle. Imprigionano il teatro – con la costruzione di una scena, dove il soggetto diventa oggetto del non luogo stesso – e il cinema: ogni immagine, infatti, è un singolo fotogramma, che allacciato all’altro crea una storia, un racconto, sia esso fantastico o reale.
I riferimenti alla letteratura, alla filosofia e alla poesia sono evidenti, proprio perché ogni immagine è in grado di raccontare, spesso, più delle parole; la parola letteraria, infatti, da semplice scritto, si trasmuta in visione, in un’opera da “leggere” attraverso lo sguardo. E infine, sono chiari i riferimenti al sociale, con i ritratti legati alla donna e alla violenza sulla donna, ma anche attraverso il richiamo coraggioso alla valorizzazione della propria terra e delle sue mille sfaccettature. Borghi antichi, ruderi e paesaggi obliati che, attraverso l’arte fotografica, ritornano ad essere protagonisti indiscussi dello scenario culturale e sociale, consegnandoli nuovamente alla memoria del tempo.