Anassilaos rende omaggio al pittore Hieronymus Bosch
Si apre e si concluderà all’insegna dell’arte la programmazione di aprile dell’Associazione Culturale Anassilaos che rende dapprima omaggio al pittore Hieronymus Bosch, nel 5° Centenario della nascita (1453-1516), con una conversazione della Prof.ssa Elvira Leuzzi Calveri sul tema “J.B. maestro del mostruoso, scopritore dell’inconscio” e successivamente a Umberto Boccioni (1882-1916) nel centenario della morte con una conversazione di Stefano Iorfda.
Nato a 's Hertogenbosch, cittadina olandese al tempo fiorente per traffici e commerci, da cui l’artista trasse il proprio cognome “Bosh”, Hieronymus è ancora oggi uno degli artisti più misteriosi. Le sue opere, ricche di particolari grotteschi, bizzarri e talora mostruosi, sono state nel corso del tempo oggetto di diverse interpretazioni, altrettanto fantasiose, e purtuttavia ancora non si è riusciti a comprendere come un artista del rinascimento, contemporaneo di Durer, Raffaello e Leonardo abbia potuto realizzare opere così complesse e indecifrabili. La sua stessa biografia è incerta anche se sembra ormai certo che egli appartenesse ad una famiglia di pittori ben radicata a 's Hertogenbosch.
Le opere superstiti dell’artista, e a lui sicuramente attribuite, non sono molto numerose: molte di esse senza data e poche firmate. In esse l’artista descrive il male dell’umanità, la forza del maligno che incombe sugli uomini con la seduzione dei sensi inducendoli al peccato. Uomini e animali si intrecciano spesso tra loro e con gli oggetti dando vita a figure nelle quali oltre all’ imbestiamento noi scorgiamo la reificazione dell’uomo, il suo trasformarsi in cosa. E’ certo che i soggetti rappresentati sono tratti da proverbi e tradizioni religiose e credenze popolari che a noi spesso sfuggono per i riferimenti ad una cultura nella quale è presente la magia e la superstizione.
Non va dimenticato che nel 1487 viene pubblicato in Germania il Malleus Maleficarum (il martello delle streghe) e che già prima (1484) Papa Innocenzo VIII aveva dato diede ai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer pieni poteri in alcune regioni della Germania per svolgere incontrastati la loro opera di inquisitori contro il delitto di stregoneria. L’opera di Bosch si inserisce in questo clima anche se è difficile immaginare che l’artista, influente componente della Confraternita di Nostra Signora della sua città possa essere stato un eretico.
La singolarità di Bosch, la difficoltà di interpretarne l’opera, il fascino esercitato sui pittori espressionisti e surrealisti nasce dalla constatazione che le sue visioni allegoriche e religiose, i suoi giardini mistici, il suo senso del peccato e delle punizioni, le sue rappresentazioni quasi medievali dell’inferno e dei castighi, convivono con l’inarrestabile affermarsi in Italia e nel resto dell’Europa dei principi dell’Umanesimo e del Rinascimento per cui egli appare come un relitto di secoli trascorsi, misterioso e ancora da decifrare.