Animalicidio, gatto impiccato a San Giovanni in Fiore: non è un caso isolato
Gli agenti zoofili del Nucleo Operativo di Cosenza del Servizio Nazionale Vigilanza Ambientale-Lipu, sotto la guida del Coordinatore Provinciale Domenico Laratta, nei giorni scorsi, sono intervenuti nel quartiere di Palla Palla a San Giovanni in Fiore, a seguito di una segnalazione giunta di prima mattina.
Sul posto, è stata constatata la presenza di un povero gatto morto e barbaramente appeso tramite un laccio in nylon, si ritiene verosimilmente usato come cappio. L’attività degli agenti, si è concentrata subito nelle immediate vicinanze del luogo dove era accaduto il fatto. Secondo una prima ricostruzione, l’animale è deceduto per strangolamento, visti i chiari segni ravvisati sul collo della povera bestiola.
Sono state così sentite alcune persone informate sui fatti e già i primi risultati sono stati portati all’attenzione della Procura della Repubblica di Cosenza, tenuto conto che gli agenti avrebbero ravvisato le ipotesi di reato di uccisione di animali che prevede la reclusione da 4 mesi a 2 anni, nonché quella di utilizzo di mezzi non consentiti, reato contravvenzionale. Al vaglio dell’autorità giudiziaria, in particolare, è stata sottoposta la valutazione di un episodio messo in atto da un uomo, poi identificato, che gli agenti avrebbero notato mentre erano appostati non lontano.
Nella stessa identica area e sulla stessa via, oltre sette anni fa, nel mese di gennaio del 2009, un altro grave fatto era stato scoperto dall’allora Coordinatore Provinciale del Servizio Nazionale Vigilanza Ambientale, Gianluca Congi. Un gatto randagio era stato oggetto di maltrattamenti a seguito dell’apposizione di uno strano collare probabilmente, si ritenne all’epoca, applicato per modificare la struttura anatomica del collo per farlo allungare come nei gatti di Peterbald, di origine russa o in quelli dal lungo collo, raffigurati in alcune illustrazioni dell’antico Egitto. Il tutto cessò dopo sei lunghi mesi, quando il gatto fu liberato dallo strano artifizio. L’allora Coordinatore aveva più volte tentato, anche grazie all’intervento dei veterinari, di liberare l’animale dal collare che non gli consentiva né di muoversi né tanto meno di alimentarsi correttamente, rappresentando, di fatto, un vero e proprio atto di crudeltà, finito anch’esso in Procura grazie ad una dettagliata informativa con denuncia per maltrattamento di animali.
Per il Coordinatore Provinciale, Domenico Laratta “Purtroppo, nonostante i numerosissimi servizi e attività svolte, in questo quartiere della città, continuano a ripetersi, gravissimi episodi d’intolleranza verso gli animali che hanno portato nel tempo a numerose azioni, tra le quali si segnalano anche alcune sanzioni comminate negli ultimi giorni, verso proprietari di animali, che avevano infranto le disposizioni di legge sull’omesso controllo e malgoverno degli stessi”.
L’ennesimo appello, questa volta da parte del vice coordinatore Audia, è rivolto alla popolazione della zona affinché collabori con gli agenti zoofili o si metta in contatto con le forze dell’ordine, qualora si dovesse assistere a episodi che integrano gravi reati puntiti dal codice penale. Le indagini da parte delle guardie del Servizio Nazionale di Vigilanza Lipu non sono terminate, sarà rafforzata anche la vigilanza attuata in diversi orari, pure notturni, soprattutto finalizzati a impedire simili deprecabili episodi.
Nelle ultime ore, in un altro luogo della città, ignoti avrebbero abbandonato dei cuccioli di cane in uno scatolo; anche in questo caso indagini in corso per scoprire l’autore del reato di abbandono di animali.