A Vibo il Festival per l’economia: tra fisco, finanza pubblica ed eccellenze
Trasferimenti statali e scarsa capacità di spesa degli enti decentrati. Sistema fiscale e iniquità. Ma pure sport, impresa e sanità. Voci e trattazioni ben distinte, incastonate in una progettualità dall'impianto corale, di scena per la prima giornata del Festival per l'economia.
Si è tenuta, nella sala consiliare del Comune di Vibo, l'inaugurazione della del Festival per l’economia, con il sindaco Elio Costa, il presidente del Consiglio comunale Stefano Luciano, e due degli organizzatori, Gilberto Floriani del Sistema bibliotecario vibonese e Lionella Morano della fondazione “Liotti”.
Un'occasione, quella offerta dal Festival, per capire “se l'Europa stia offrendo gli spunti giusti – ha annunciato il primo cittadino – o se sia invece necessario distaccarsi dall'orientamento ordinario per prendere una posizione diversa rispetto ai grandi problemi”.
Questioni in parte già sviscerate in una location non casuale, che ha portato a palazzo “Razza” il dibattito sul progressivo ed esasperante taglio dei trasferimenti statali. “Il tempo degli sprechi – ha asserito Floriani – è finito, gli investimenti pubblici rappresentano però una risorsa per favorire crescita occupazionale e sviluppo”.
Se n'è parlato con Gianluca Callipo (Anci Giovani), Franco Consiglio (Ifel), Pino Soriero (Svimez) e il giornalista Mimmo Famularo. Superare questi ostacoli rappresenta la sfida per il Sud, dove si avverte la necessità di stimolare una ripresa anche produttiva.
“E' possibile fare impresa anche al Sud, credendo nei propri sogni”, ha detto agli studenti del liceo classico “Morelli” Maurizio Bonanno, del centro studi “Caprilli”, nell'introdurre il suo dialogo con l'imprenditore Angelo Bruscino della Confapi. E i giovani sono stati il filo conduttore della giornata, presenti ad ogni iniziativa, dalle finalità divulgative e pedagogiche. Ai ragazzi dei licei, al Sbv, Antonio Gigliotti, direttore di “Fiscal focus”, introdotto dal commercialista Francesco La Piana, ha illustrato le peculiarità e le iniquità del sistema fiscale. “Il livello della tassazione – ha spiegato – in Italia è il più alto d'Europa e si attesta al 45 per cento. Una tassazione così elevata appesantisce le aziende, il mondo produttivo e porta le imprese all'estero, dove la burocrazia è molto ridotta. Se vogliamo invertire la rotta si deve puntare alla semplificazione, alla riduzione delle imposte e al taglio della spesa pubblica”.
Soluzioni offerte alle aziende, localmente impegnate nella valorizzazione dei prodotti di eccellenza, come quelli “cardine” del modello alimentare di riferimento: la dieta mediterranea di Nicotera. “Se proponiamo – ha detto Antonio Montuoro dell’accademia Dieta mediterranea italiana di riferimento – un modello alimentare scientificamente validato, portiamo nei territori l'incremento della produzione, quindi più posti di lavoro, quindi il marchio “dieta” e il “turismo”. E' importante educare i ragazzi alla memoria dei sapori”.
Ed è quello che hanno fatto, insieme a Montuoro, Pippo Callipo (Confidustria), Rocco Colacchio (Rete agroalimentare Calabria di gusto), Giuseppe Graziano (consigliere regionale), Massimo Magliocchi (Comitato promotore Igp Olio di Calabria), Maria Teresa Russo (Agrifoodnet), insieme al giornalista Pino Brosio.
Il percorso pomeridiano del Festival per l'Economia si è aperto con la valorizzazione delle eccellenze locali. Nel settore sportivo, il Crotone Calcio ha dimostrato di possedere un management da serie A. Intervistato dal giornalista Alessio Bompasso, Giuseppe Ursino, direttore sportivo del Crotone ha svelato i segreti che hanno reso grande una piccola società come quella crotonese. I "discendenti" di Pitagora, ad un passo dalla promozione, continuano a mietere successi, dimostrando di essere un team affiatato e convincente. Numeri, calcoli e bilanci che collegano l’economia con lo sport più amato di sempre, il calcio. La società di calcio, come spiegato dal direttore Ursino ai giovanissimi della scuola calcio Real Vibo “è un impresa anomala perché dipende tutto dal risultato”. Eppure società piccole, con possibilità di spese non faraoniche, hanno saputo esprimere qualità e buon gioco, puntando sui giovani.
Sulla qualità del prodotto Made in Italy si è focalizzata l'attenzione di Antonella Reitano, professoressa di marketing all’Unical; Maria Stefania Sinicropi, professoressa di chimica farmaceutica all’Unical, Maurizio Bonanno, giornalista e Luigi Sisi, esperto di marketing.
Fondamentale nel mercato, il valore dell’enogastronomia, su tutti quella italiana: “I nostri prodotti – ha sostenuto Sisi - sono identificativi di un territorio, ogni Regione ha una sua specificità anche dal punto di vista alimentare, per questo il prodotto è unico e inimitabile”. L’Italia vanta un quantitativo di prodotti certificati più alti d’Europa, sono circa 140 quelli certificati.
Il 40% dell’Export in Calabria è agroalimentare, ma troppo bassi sono i volumi di produzione, fermi allo 0,1%, contro il 27,4 % della Lombardia: “Produciamo poco e non sappiamo neanche venderlo, la propensione all’esportazione in Italia è al 30%, per la Calabria solo 1%”. L’export regionale, cresciuto negli ultimi anni, del 40%, evidenzia l’interesse di molte aziende ad affacciarsi nei mercati esteri. Tuttavia, come rimarcato dalla professoressa Reitano, i prodotti d’eccellenza devono avere uno standard qualitativo costante (uno strumento in più può essere la tracciabilità geografica). Stili di vita e scelte alimentari perseguite dai paesi industrializzati incidono sullo sviluppo di patologie cronico-degenerative: “La nostra Dieta mediterranea – ha confermato la Sinicropi - rappresenta un modello di salubrità, un bene da salvaguardare e divulgare».
“Diritto alla salute? Non solo una questione di budget” ha consentito un aperto confronto tra Domenico Consoli, componente del Consiglio nazionale di Sno e Michele Mirabello, presidente commissione sanità della Regione Calabria. L’argomento, introdotto da Lionella Maria Morano, risulta di grande attualità, alla luce delle ultime proteste che hanno visto come protagonista la piazza vibonese.
Partendo da un excursus storico, il professionista ha analizzato la nascita del modello ospedaliero italiano. Ma non solo. "Produrre condizioni di sanità, a suo giudizio, è indispensabile". Perché se è vero "che lo Stato si adopera nel prendersi carico del paziente, è altrettanto innegabile che mancano gli attori principali". In Calabria anche le strutture di neurochirurgia risultano penalizzate a causa del ridotto personale: “Da qui a 10 anni mancheranno 3 sanitari su 10 di quelli attualmente necessari, - ha commentato Consoli - da qui a 15 anni addirittura 1 su 2”.
Mirabello, invece, si è soffermato sulle prospettive in materia sanitaria: “Bisogna partire dalla scelta della nostra terra di predisporre un piano di rientro e chiedere il commissariamento sanitario in Calabria, a causa della carenza dei livelli essenziali di assistenza ed il debito fuori controllo, una scelta che si è rivelata infelice. Con il tempo, la contrazione del personale ed il turn over hanno ridotto i servizi per i cittadini: ritengo che gli eventi degli ultimi mesi abbiano dimostrato che c’è un ripensamento del Governo, sulla possibilità di rivedere la legge sul commissariamento. Noi come Consiglio abbiamo chiesto di rivedere le regole d’ingaggio di questo piano di rientro perché le condizioni economiche, sociali ed olografiche impediscono che i provvedimenti possano essere applicati come altrove”.
In conclusione di giornata, presentato di libro “L’Economia imperfetta” di Antonino Galloni, economista. Al tavolo dei relatori, Alessandro De Salvo Rete Mmt e Maurizio Gustinicchi, co-fondatore del sito “Scenari economici”. Fornito nel corso dei lavori, l’elenco di modelli economici sperimentati nel corso della storia con particolare attenzione sulla valutazione di quello meno nocivo per l’umanità.