Consigliere Concolino: “Ente Fiera: istruzioni per l’uso”
"Con nota dello scorso 15 aprile, il sindaco Abramo annunciava un risultato straordinario che nessuno, nemmeno il più ottimista, si aspettava. L’avvio dell’iter di appalto di un’opera che unita alla realizzazione del porto, risulterà strategica e fondamentale sia per lo sviluppo del quartiere turistico di Lido che di quello dell’intera Città. Il Polo fieristico-espositivo di Catanzaro, in quel che è oggi la diseredata Arena Magna Grecia, diventa finalmente realtà". E' quanto sostiene il consigliere comunale di Catanzaro, Domenico Concolino.
"Potremmo aprire - continua la nota - una riflessione sulla reale situazione del settore fieristico in Italia, per renderci conto sin da subito che non è assolutamente da rose e fiori e se, quartieri fieristici di tutto rispetto e con un trascorso di grande esperienza che gli conferisce anche quell’appeal “di appuntamento quasi istituzionale“ al quale i buyers non vogliono mancare, annaspano nelle stagnanti acque dell’oceanica crisi, immaginiamo quali sarebbero i risvolti nel profondo Sud Italia e, in particolare in Calabria, dove di Fiere di alto livello non si è mai vista neanche l’ombra e, ciò nonostante, se volgiamo lo sguardo alla fiera di Cosenza notiamo una situazione tutt’altro che incoraggiante.
Del resto, basta guardare per un attimo la mesta fine che hanno fatto ben due enti fiera siciliani, (regione certamente dotata di strumenti economici ed infrastrutture migliori dei nostri) rispettivamente di Palermo e di Messina. E, spostandosi in Puglia, nella pur rinomata Fiera del Levante, le cose non sembrano andare meglio; i numeri dei bilanci sono da default con una situazione che sembra avere imboccato la via del baratro già dal 2008, e dalla quale se ne uscirà, forse, con la privatizzazione. Lo scorso 4 febbraio 2016 il Tribunale di Lecce ha dichiarato fallito l’Ente Fiera del Salento, per troppi debiti, e situazioni simili si vivono anche in altre parti d’Italia, da Genova a Reggio Emilia, da Pordenone a Cagliari, per citarne alcune.
La riflessione è quindi d’obbligo, in un periodo di crisi imperante come quella attuale, pur consapevoli del fatto che la creazione di un quartiere fieristico può rappresentare un volano economico, si è pensato alla fattibilità dell’idea progettuale rispetto alle concrete capacità che una eventuale Fiera di Catanzaro ha o, meglio, avrebbe, di poter esercitare una reale concorrenza nei confronti di altri enti analoghi, per dimensioni, competitività, qualità dei servizi offerti, progettualità nei calendari, collegamenti con stazioni e aeroporti, parcheggi, ricettività alberghiera?
In pratica, prima di incappare in un ennesimo contenitore (vedi società partecipate, fondazione Politeama, etc) che cominci ad attingere a fondi per avviare l’attività, salvo poi capitolare dopo qualche anno di accumulo di debiti e quindi accorgersi che si era sbagliato in “qualcosa”, sarebbe opportuno analizzare nel dettaglio, oggi, a cosa si pensa debba essere tale ente fiera e come dovrebbe poter funzionare. Altrimenti, attualmente esultiamo per aver recuperato un finanziamento messo a repentaglio, o per un “postificio” potenziale e un domani molto prossimo ci troveremo a cercare tra le tasche dei nostri concittadini risorse economiche per debiti da ripianare o con altri dipendenti in cerca di tenda da occupare".