Roccella Jonica, Oliverio: “Il Sud sia risorsa per lo sviluppo"
Il Presidente della Regione, Mario Oliverio ha partecipato ad un interessante convegno svoltosi presso l’ex convento dei Minimi di Roccella Jonica e moderato dal giornalista Enzo Romeo, nel corso del quale sono intervenuti il Sindaco di Roccella Giuseppe Certomà, il presidente dell’Ordine dei Commercialisti della Locride Ettore Lacopo, il presidente del Corsecom Mario Diano e Vittorio Daniele dell’ Università Magna Graecia di Catanzaro. Ospite d’eccezione il Presidente della Svimez, prof. Adriano Giannola, autore del libro “Sud: una risorsa per lo sviluppo” il quale, dopo aver analizzato i motivi che hanno determinato i ritardi del Mezzogiorno, ha individuato in questa parte del Paese le potenzialità per uscire definitivamente dalla crisi e far ripartire la ripresa dell’Italia.
“Il Mezzogiorno –ha detto, tra l’altro il prof. Giannola- è una grande piattaforma al centro del Mediterraneo in cui nei prossimi anni, con l’ampliamento del Canale di Suez, il traffico navale e, in particolare i traffici con Cina e India, sono destinati ad aumentare. Il Meridione, lavorando con un’ottica sistemica, può (anzi, deve) proporsi come snodo principale di questi traffici”.
A rafforzare questa tesi è intervenuto il Presidente della Regione, Mario Oliverio il quale, dopo aver evidenziato la caduta di attenzione e di tensione culturale registrata soprattutto negli ultimi vent’anni nei confronti del Mezzogiorno ha individuato le ragioni di questo processo nella progressiva “germanizzazione” dell’Europa.
“Ora –ha rimarcato Oliverio- bisogna “cambiare verso”. E’ inutile parlare di ripresa se non si passa da una politica di mera quadratura dei bilanci ad una politica espansiva che punti soprattutto agli investimenti e che recuperi la “frontiera” del Mediterraneo come contesto privilegiato su cui puntare per uscire dalla crisi. A tal proposito ritengo, paradossalmente, che i grandi flussi, gli spostamenti epocali di uomini, donne e bambini che si stanno registrando in questi ultimi anni nel Mediterraneo e che saranno sempre più consistenti in futuro, rappresenteranno il chiavistello che romperà l’attuale cristallizzazione economica e determinerà la centralità del Mezzogiorno nello scenario europeo. Su questo terreno, quindi, occorrerà essere sempre più determinati cercando di costruire nuove alleanze. Bisogna riconoscere che il premier Matteo Renzi si sta muovendo nella direzione giusta. Occorre insistere mettendo in campo una “visione”, un percorso per la crescita complessiva del Paese all’interno della quale il Mezzogiorno può e deve giocare un ruolo fondamentale per riaccendere i motori della crescita e dello sviluppo del nostro Paese. In questa prospettiva occorre rendere sempre più competitivi i nostri porti, investendo sulle grandi reti e mettendo in campo nuovi strumenti che rendano effettivamente il Mezzogiorno la porta di collegamento tra i grandi flussi e l’area continentale dell’Europa. La creazione di una ZES a Gioia Tauro, per esempio, rappresenta una grande opportunità. Non a caso nel Patto per la Calabria che sottoscriveremo a breve con il governo abbiamo posto questa come una delle grandi questioni a cui è impossibile rinunciare. Ciò, naturalmente, significa rafforzare la mobilità interna ed esterna per favorire collegamenti rapidi della nostra regione con il resto del Paese e del mondo. Un altro punto irrinunciabile è la valorizzazione del nostro patrimonio archeologico e culturale che può diventare un forte polo di attrazione di nuovi flussi turistici. In questo senso abbiamo proposto una utilizzazione delle risorse del PON Cultura in capo al Ministero dei Beni culturali concentrata nella valorizzazione del percorso della Magna Grecia. Abbiamo proposto, inoltre, investimenti nella modernizzazione delle grandi reti infrastrutturali. A tal proposito abbiamo chiesto che una quota minima di queste risorse sia destinata ad uno studio di fattibilità per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, per sgombrare definitivamente il campo da argomenti speciosi che puntualmente vengono sollevati per eludere questo problema. Riteniamo, infine, necessario affrontare la grande questione che riguarda il grave dissesto idrogeologico del nostro territorio”.
“Il Mezzogiorno –ha proseguito il Presidente della Regione- ha alle spalle una storia di grandi fallimenti, ma il più grande errore commesso dalle classi dirigenti meridionali è quello di avere offerto una giustificazione alla “grande rapina” attuata ai danni del Sud. Negli ultimi vent’anni, infatti, non solo c’è stato un grande disequilibrio tra nord e sud nella utilizzazione delle risorse ordinarie, ma molte di esse, destinate a questa parte del Paese, sono state drenate e riprogrammate in altre direzioni. Il passo da fare ora, quindi, è quello della piena utilizzazione delle risorse, favorendo i processi di semplificazione e sburocratizzazione per accelerare la piena utilizzazione delle stesse ed aiutare il processo di crescita del sistema delle imprese.
Con questa impostazione abbiamo programmato le risorse 2014/2020, concentrandole su settori fondamentali per la ripresa economica ed occupazionale della nostra regione. Sono già partite le prime misure che riguardano il settore agroalimentare. Abbiamo investito molto sulla digitalizzazione perché riteniamo di fondamentale importanza il processo di dematerializzazione delle procedure non solo per accelerare i processi, ma soprattutto per rendere più trasparente l’uso delle risorse. Crediamo molto nell’ innovazione e nella ricerca”.
“Siamo convinti –ha concluso il Presidente della giunta regionale- che le regioni meridionali mai come in questo momento debbano trovare un denominatore comune, almeno sulle grandi strategie di sviluppo. Ciò, naturalmente, richiede un salto di qualità che ci faccia superare definitivamente i particolarismi e la frammentazione su cui si è molto giocato in passato. La grande sfida che abbiamo davanti è costruire un progetto comune, unitario e credibile”.