Università: Di Pietro, lasciare fuori politica affaristica
'La politica affaristica non deve entrare nelle università. Lo ha detto il leader di Idv, Antonio Di Pietro, intervenendo all'Università della Calabria nell’Aula Magna gremita di studenti ad un'iniziativa sulla riforma del sistema universitario proposta dal Ministro Gelmini. 'Con la riforma si introduce una logica - ha aggiunto - che c'entra poco con la ricerca e con la didattica. Che ci sia bisogno di una riforma del sistema universitario e' evidente. Ma come tutte le riforme, specie se di modello liberale, anche questa deve garantire due cose. In primo luogo le risorse per realizzarle e poi, che in nome della libertà d'insegnamento, non si lasci tutto alle università private e a quelli che hanno i soldi per poter frequentare. Si deve garantire la possibilità di apprendere a tutti i cittadini, anche a quelli meno abbienti'. 'Secondo Di Pietro, 'occorre inoltre che ci sia una rivisitazione completa dei corsi di laurea. Italia dei Valori, nella discussione in Aula sulla Riforma Gelmini, e' intervenuta più volte con centinaia di emendamenti scopo principale dei quali dove e' stata l'individuazione delle risorse finanziarie'. In merito alle elezioni di Marzo, Di Pietro dice che “le ragioni di questo Paese imporrebbero che alle urne si andasse non domani ma ieri'. 'Questo perché il governo e la maggioranza - ha aggiunto - si occupano di tutt'altro che dei problemi reali del Paese. Mentre in Italia ci sono posti in cui c'e' una guerra civile in atto, come a Napoli. Posti in cui si chiudono decine di fabbriche al giorno, aziende che non hanno più speranza. Di fronte a tutto questo, il Governo si e' chiuso nel proprio bunker soltanto per trattare argomenti che interessano la casta, la cricca e poche persone, a cominciare dal Presidente del Consiglio.'E' questa la ragione - ha concluso Di Pietro - per la quale noi dell'Italia dei Valori stiamo dicendo e ci stiamo battendo perché al più presto si possa tornare alle urne'. "Oggi siamo alla fase finale della saga berlusconiana, con il lodo Alfano che dovrebbe modificare addirittura la Costituzione che i nostri padri con il sangue ci hanno dato, soprattutto nell'articolo 3: la legge e' uguale per tutti. E' per questo che noi lo sfidiamo su questo tema: andiamo a chiedere agli italiani se sono d'accordo che Parlamento e Governo devono stare impegnati tutti i giorni per garantire a lui l'impunita' o non si devono occupare di rilanciare le risorse economiche e sociali per garantire al Paese un futuro migliore". Sulla riforma della Giustizia, il leader IdV dice che “e' necessaria, ma non e' quella che hanno messo all'ordine del giorno i signori della maggioranza"."Da domattina, avere o non avere un Consiglio superiore della magistratura, con diverse modalità di individuazione delle nomine, non aiuterà a fare prima i processi e il cittadino non avrà una giustizia migliore. Tutte le riforme di questo pacchetto riguardano innanzitutto i processi da salvaguardare a Berlusconi, e poi una distribuzione di ruoli e di poteri tra Ministero della Giustizia e Magistratura, che nulla ha a che fare con la funzionalità quotidiana delle cause, che riguarda più risorse, più mezzi, più uomini". 'Una porcata ministeriale'invece ha definito la vicenda della discussione in aula per la quale il leader di Idv ha chiesto 'le dimissioni o l'immediata revoca di fiducia al ministro Calderoli'. Di Pietro, che spiega: 'Calderoli ha mentito dicendo che una legge specifica, gravissima perche' prevede fino a dieci anni di carcere, i cui fondamenti stanno dentro la Costituzione, che riguarda fenomeni sovversivi, che possono avere finalità terroristiche, sono state cancellate solo per garantire a una trentina di leghisti, che giocavano a fare i secessionisti, di non essere processati'.'Non e' possibile che per garantire i privilegi di qualcuno si cancella una legge che garantisce la sicurezza dello Stato. Lui ha mentito -continua Di Pietro- secondo le dichiarazione scritta rilasciata dal presidente della commissione per la semplificazione, perché dice che non ne sapeva niente mentre ancora oggi il ministro della Difesa ha detto che e' stato proprio il ministero della Semplificazione a non voler procedere alla correzione di quella che loro definiscono errore materiale ma che io chiamo porcata ministeriale'.