Capitolo Rifiuti Por Calabria 2014-2020, Legambiente chiede chiarimenti ad Oliverio
Il capitolo del Por Calabria 2014-2020 sui rifiuti è, secondo Legambiente Calabria, uno dei temi più delicati, strategici e decisivi per la regione. Nella nuova programmazione invece, il Governatore Oliverio e i suoi tecnici, parlano di rifiuti in maniera astratta e superficiale liquidando il tema con una dicitura vecchia e superata: “Gestione dei rifiuti urbani secondo la gerarchia comunitaria”, il che può voler dire tutto ma anche il contrario di tutto.
I rifiuti fanno ancora parte delle 19 deleghe in mano al governatore nonostante gli annunci, le arrabbiature e i pugni sul tavolo durante la conferenza stampa contro la burocrazia regionale colpevole, secondo Oliverio, di questo stato di cose. Oltre al permanere di questa situazione, vengono proposte anche soluzioni datate. In Calabria, la classe politica regionale deve avere il coraggio di interrompere quel circolo vizioso che ha portato al perenne ricorso alle discariche ed avviarsi verso una economia green e circolare.
Si tratta di osservazioni che Legambiente Calabria ha più volte sostenuto ed evidenziato in diverse occasioni ed in particolare, nei mesi scorsi, per la presentazione del nuovo Piano regionale sui rifiuti che risulta inadeguato, anacronistico se non addirittura in controtendenza.
Nel testo del nuovo Por 14-20, è presente inoltre uno strano inserimento nell’OT 6 e non nell’OT 4, richiamando appunto la cosiddetta “gerarchia comunitaria”, ormai appartenente al secolo scorso in quanto prevista e imposta dalle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio recepite in Italia con il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22. (Decreto Ronchi). Un programma che sembra ignorare le nuove linee strategiche dell’Unione europea in materia di rifiuti oggi, tutte rivolte ed improntate verso una economia circolare.
La Commissione europea, infatti, ha avanzato una serie di proposte volte ad accelerare la transizione dell’Europa verso questo processo. Grazie ad una maggiore efficienza delle risorse e alla trasformazione dei rifiuti in risorse, questo nuovo modello va a tutto vantaggio della competitività, della crescita, dell’occupazione e dell’ambiente.
La chiave sta nel passaggio dalle nostre economie fondate sulla linearità del processo «prendi, produci, usa e getta» a un modello più circolare incentrato sull’approccio «riutilizza, ripara, rigenera e ricicla». Le proposte avanzate dalla Commissione per portare a termine questa transizione sono di ampio respiro e includono nuovi obiettivi in materia di rifiuti, indicatori per monitorare l’efficienza delle risorse, politiche mirate a incoraggiare il riciclaggio e a rendere più sostenibili i cicli di vita dei prodotti e iniziative utili a creare posti di lavoro verdi e ad agevolare gli ecoimprenditori. L’economia circolare in Europa ed in Calabria, infatti, dovrà poter contare su una manodopera qualificata, competente e pronta a occupare posti di lavoro sempre più ecocompatibili.
La Regione si attivi per approvare una legge regionale sui rifiuti e sulla green economy sul modello di quella approvata nel settembre 2015 in Emilia Romagna.
Si tratta di una legge, nata come proposta di iniziativa popolare e poi recepita da Consiglio e Giunta regionale, che grazie a obiettivi molto avanzati (al 2020 25% di riduzione, 73% di raccolta differenziata, 70% di riciclaggio, massimo 150 Kg procapite non riciclati) pone le basi per un nuovo modello di gestione dei rifiuti, basato sull’economia circolare e su un meccanismo economico che premia i comuni virtuosi ed aiuta gli altri ad organizzare sistemi di riutilizzo e di raccolta adeguati, con l’obiettivo di arrivare alla tariffazione puntuale su tutti i comuni della regione entro il 2020.