Consegnati a “Mondo Rosa” i fondi raccolti con il burraco di beneficenza
Un gesto vale più di mille parole. Lo sanno bene le componenti dell'Ammi (Associazione Mogli Medici Italiani) di Catanzaro da sempre impegnate sul territorio con iniziative di altissimo spessore. Nelle scorse settimane, su iniziativa della presidente Stefania Zampogna, si è svolto un burraco di beneficenza al quale hanno partecipato con entusiasmo tutte le socie. Si è scelto di destinare i fondi raccolti al Centro regionale antiviolenza “Mondo rosa”: una realtà, gestita dal Centro calabrese di solidarietà, che nasce da un progetto finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri-dipartimento pari opportunità e garantisce protezione e sicurezza a donne vittime di violenza e stalking e ai loro figli.
Il ricavato è stato consegnato alla responsabile di Mondo Rosa, Isa Mantelli. Per l'occasione le “ammine” hanno potuto anche vedere e conoscere da vicino la struttura. “È stato un momento carico di emozione – ha dichiarato Stefania Zampogna - la responsabile ci ha descritto lo stato di spavento e di agitazione con cui arrivano le ospiti del centro con i loro bambini ai quali viene offerto un posto tranquillo, anche se temporaneo, perché queste donne devono rientrare nella società con forte autonomia. Un lavoro non facile che viene realizzato grazie alla presenza di psicologhe, assistenti sociali, operatrici di accoglienza, pedagogiste, consulenti legali e volontarie. Speriamo anche in futuro di poter essere utili per questa casa rifugio. Ringrazio tutte le socie che, nonostante i rispettivi impegni, hanno collaborato a realizzare questa bella iniziativa”.
“È stato eccezionale poter incontrare l'Ammi di Catanzaro formato da persone con una grande sensibilità – ha evidenziato Isa Mantelli - la loro azione assume un doppio significato perché non è solo un gesto di aiuto ma un atto di solidarietà da donna a donna. Speriamo di avere altre collaborazioni profonde, collaborative e costruttive come quelle di oggi. Cogliamo l'occasione per lanciare tre richieste: l'accreditamento come casa rifugio da parte della Regione Calabria; la realizzazione di percorsi per insegnare alle nostre ospiti un mestiere e facilitare il loro inserimento nella società; la destinazione di alcune abitazioni alle nostre assistite da parte del comune”.