Tropea. Mazzitelli: “Amministrazione Rondolino, esperienza conclusa”

Vibo Valentia Politica

Tanto tuonò che piovve! La dura presa di posizione di altri quattro consiglieri comunali culminata con la dissociazione dalla maggioranza dimostra, se mai c'è ne fosse stato bisogno, che ormai il Re è nudo. Il sindaco Rodolico non ha più la maggioranza consiliare ragion per cui è naufragato un progetto politico che evidentemente poggiava su un castello di carta, troppo fragile per subire l'urto di quest'ultimo “tsunami” che si è abbattuto sul primo cittadino facendolo naufragare alla mercé del suo stesso atteggiamento insolente e sprezzante, tipico di chi si ritiene superiore agli altri. Anche se adesso inizieranno le grandi manovre, ovvero il solito stantio rituale di ricondurre lo strappo entro compromessi più o meno soddisfacenti per rinsaldare la maggioranza, tutto però sarà aleatorio, non più come prima, perché è venuta meno l'unione di “amorosi sensi”, quell'afflato politico che nel recente passato ha tenuto ben salda una compagine politica vogliosa di attuare una trasformazione radicale della società tropeana”.

È quanto sostiene Tino Mazzitelli, ex Direttore Sanitario del Presidio Ospedialiero di Tropea in una nota politica nella quale sostiene inoltre che “il periodo di gestione politica di questa amministrazione può considerarsi concluso, solo il sindaco e qualche suo corifeo stenta ad accorgersi che la sua credibilità è diventata pari a zero in quanto a capacità progettuale e soprattutto in quanto alla completa assenza di percezione che tutto è ormai perduto, anche la speranza di rimettere la baracca in piedi”.

“Le ragioni del sostegno personale e politico al sindaco Rodolico dei nuovi dissociati - secondo Mazzitelli - si fondavano essenzialmente sulla condivisione di un progetto politico che avrebbe dovuto caratterizzarsi in iniziative di ampio respiro per rendere più vivibile Tropea e che via via potessero assumere valenza di criterio costitutivo dell'azione amministrativa introducendo elementi di particolare rilevanza nel sistema dei rapporti con i cittadini e, al tempo stesso, promuovessero l'ineludibile processo di rinnovamento della città attraverso una moderna pianificazione che, bandendo la solita ottica clientelare, tenesse conto, viceversa, del soddisfacimento dei bisogni di ognuno, scordandosi che l'interesse collettivo non è la somma degli interessi individuali ma li sovrasta, li compone, ne prescinde, e talvolta contrasta con essi”.

“Poiché il giudizio discende da dati di fatto incontestabili relativi alle scelte compiute fino ad oggi, al pari dei quattro dissidenti – prosegue Mazzitelli - riesce difficile sintonizzarci ancora su una lunghezza d'onda che, prescindendo dalle linee guida a suo tempo emanate, privilegi il solito, discutibile modo di gestire la cosa pubblica. Il riferimento è in particolare alla assenza di un vero e proprio indirizzo politico, al dilettantismo dovuto quasi esclusivamente alla gestione monocratica del potere, affidata ad un sindaco inesperto, incapace, tra l'altro, di distinguere tra autorità ed autoritarismo, alla trattazione superficiale del turismo che come il più importante volano economico della città meriterebbe ben altra considerazione, alla non sempre attenta incentivazione delle risorse primarie della città verso le quali si persiste in un atteggiamento miope, con assenza di iniziative qualificanti, tali da non fare assurgere Tropea al rango di vera perla del Tirreno in aperta concorrenza con città (Taormina, Capri ...)verso le quali oggi subiamo una subalternità socio-economica e culturale spaventosa, alla superficialità con cui viene affrontata la problematica giovanile in massima parte rivolta ancora verso forme di mero assistenzialismo anziché verso la promozione di iniziative concrete che coinvolgano i giovani, li proiettino verso il mondo del lavoro, li sollevino dal grave stato di alienazione, di frustrazione e di disagio in cui vivono dentro una città che giorno dopo giorno implode nelle sue stesse contraddizioni, nelle disfunzioni e nelle inadempienze che gravano su di essa come macigni deturpandone il volto, penalizzandola sotto l'aspetto ambientale, culturale e politico”.