Prc sui fatti di Rosarno
"Non è solo la frettolosa e lacunosa ricostruzione di quanto accaduto a Rosarno qualche giorno fa a lasciare perplessi. Se anche fosse avvenuto tutto per come si sta affermando, ed a dirlo deve essere una inchiesta rigorosa e seria che restituisca verità e giustizia, ciò che più terrorizza della tragica morte del ventisettenne maliano Sekine Traoré è la normalità con cui viene presentato il fatto. Come se non ci fosse nulla di straordinario, di anormale, di assurdo". E' quanto scrive Pino Scarpelli, segretario regionale di Prc.
"Come - continua la nota - se non fossero allucinanti ed inammissibili le condizioni di vita e di lavoro di centinaia di immigrati che lavorano da braccianti ipersfruttati nella Piana, a 15 euro di salario giornaliero e che abitano in una tendopoli dalle infime condizioni igieniche e sanitarie. Come se non risultassero intollerabili lo stato di marginalità ed esclusione sociale che lì i migranti soffrono.
Certo, la tendopoli di Rosarno è un ghetto, tragicamente simile (pur con le sue peculiarità) ai tanti ghetti di cui sono costellate le periferie del nostro Paese. La conosciamo bene quella situazione, per averla visitata più volte. Nel 2007, ben prima dunque della “rivolta di Rosarno” del gennaio 2010, con Paolo Ferrero allora Ministro del Welfare e della Solidarietà sociale eravamo lì lì per realizzare una Casa del Migrante, un luogo dove si rispettassero tutti i canoni dignitosi di vita per quei lavoratori. Poi, dopo la caduta di quel Governo, non se ne fece più nulla e Rosarno ritornò ad essere dimenticata dalle cronache e da ogni riflessione. Mai le giunte regionali che da allora si sono susseguite, fino a quella attuale, hanno mai avuto la volontà di mettere mano a quella situazione: le nostre istituzioni regionali ritengono che quel posto ed i suoi abitanti vadano abbandonati e privati di ogni attenzione.
Su tutto, l’oscena ricostruzione fatta pochi giorni fa alla trasmissione televisiva “Linea notte” su RAI 3 dall’ex onorevole Pino Soriero, oggi docente universitario e fino a pochi anni fa maitre a penser del PDS/DS/PD calabrese. Ha ragione da vendere il compagno professor Tonino Perna ad indignarsi per quelle dichiarazioni farneticanti e pericolose. Dire che i fatti di Rosarno sono determinati dai “migranti che si drogano”, che si acquisterebbe la droga tramite imprecisati finanziamenti dati ad imprecisate associazioni (ma di che parla Soriero?), che anzi “la droga verrebbe distribuita gratuitamente dalla ‘ndrangheta per controllare questi migranti”. I vaneggiamenti di Soriero sono l’indice di come un intero mondo guarda oramai alle vicende relative ai migranti, al lavoro nero, allo sfruttamento, ai diritti nel nostro Paese. E, come tutte le fandonie a buon prezzo e riflettute, sono pericolose perché fomentano odii, divisioni tra i lavoratori, italiani e migranti. Tra l’altro, sono assolutamente offensive verso quel po’ di mondo associativo, che meritoriamente lavora in maniera fattiva e solidale con i migranti.
Ricostruire tutto daccapo, a cominciare da una politica solidale ed attenta al mondo del lavoro ed alle classi popolari, ai diritti degli ultimi e dei penultimi, è il necessario viatico per ogni ricostruzione della Sinistra".