Ance Cosenza: “il nuovo Codice degli appalti presenta molte criticità”
A due mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti sono stati pubblicati pochissimi bandi di gara per lavori pubblici sulle Gazzette Ufficiali. Nel mese di maggio 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per il Cresme, il numero di gare è diminuito del 26,2% e il valore delle opere si è ridotto dell'84,8%. "Un vero e proprio crollo - dichiara il numero uno di Ance Cosenza, Giovan Battista Perciaccante, Presidente anche del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance - dipeso dalla mancata previsione di un periodo transitorio che avrebbe offerto la possibilità di affrontare meglio questa delicata fase di rinnovamento normativo. Nel passaggio dal vecchio codice -ben 660 articoli e 1500 commi - al nuovo di "soli" 217 articoli ci si è fermati nell'attesa dell'approvazione delle Linee Guida Anac. Nel frattempo resta in vigore, per ampi stralci, il vecchio Regolamento. Lo si vedrà andare in soffitta, un pezzo alla volta, via via che i diversi provvedimenti attuativi verranno approvati. Il risultato di questo sistema è che considerata l'incertezza le stazioni appaltanti navigano a vista e le imprese sono in grande difficoltà".
Il Codice degli Appalti Pubblici preoccupa, dunque, gli imprenditori edili iscritti ad Ance perché presenta molte criticità. E' emerso nel corso del seminario organizzato da Ance Cosenza dal titolo "Il Codice degli Appalti Pubblici: vera riforma?", che si è tenuto in una gremita sala conferenze di Confindustria Cosenza.
Per il presidente Perciaccante "sebbene nasca ponendosi l'obiettivo di rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni all'altezza di un grande Paese europeo attraverso semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità, il raggiungimento di questi stessi obiettivi viene messo a rischio da diversi aspetti critici presenti nel testo normativo".
Dopo l'introduzione del Presidente Perciaccante ed i saluti del presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, il Direttore dell'Area Legislazione Opere Pubbliche ANCE Roma, Francesca Ottavi, ha illustrato nel dettaglio la normativa.
"Se da un lato - ha sottolineato il direttore Ottavi - Ance saluta con favore le novità riguardanti il ruolo sempre più centrale dell’Anac (che con l’affidamento di decine di nuovi compiti diventa una vera Authority di regolazione del settore); la riduzione e la qualificazione delle stazioni appaltanti (in modo da limitare il rischio di contenziosi e aggiudicazioni errate), la qualificazione delle imprese, l’affermazione della centralità del progetto (strumento fondamentale intorno cui costruire una migliore e più qualificata domanda pubblica) e l’aver reso strutturale l’istituto dell'anticipazione del prezzo a favore delle imprese, dall'altro ci sono diverse criticità che il sistema Ance vorrebbe affrontare, in attesa della pubblicazione dei decreti attuativi".
Un’altra preoccupazione è la questione legata alle attestazioni SOA. Per i vertici di Ance Cosenza «la regola che impone di guardare agli ultimi cinque anni di fatturato (e non più agli ultimi dieci anni) per sottoscrivere il contratto Soa pone tutti i presupposti per un vero massacro delle imprese piccole e medie. Un'impresa su cinque rischia di uscire dal mercato». Secondo i dati del casellario Anac su 29 mila imprese attestate circa 14.500 sono quelle che in futuro rischiano il taglio di una categoria o di una classifica e sono quasi 5.500 quelle che, loro malgrado, potrebbero doversi limitare alle gare sotto i 150mila euro, che non prevedono attestazione Soa.
«Si tratta di una scelta incomprensibile e paradossale: vengono richiesti il doppio dei requisiti pur essendo consapevoli che il mercato dei lavori pubblici, negli ultimi 10 anni, si è dimezzato (-55% della spesa pubblica per investimenti tra il 2005 ed il 2015). Così il mercato resterà in mano ai 10-15 grandi gruppi che negli ultimi cinque anni hanno potuto colmare il gap di lavori pagato alla crisi italiana conquistando cantieri all'estero".
Dal seminario organizzato da Ance Cosenza è emerso che il sistema chiederà con forza che, nell’ambito del decreto correttivo del codice, venga trovata una soluzione a queste e ad altre strozzature in tema di qualificazione, di disciplina sul subappalto, di trattativa privata e procedure negoziate.