Corte d’Appello reintegra due lavoratori di Poste italiane
“La Corte d’Appello di Catanzaro – Sezione Lavoro ha condannato Poste Italiane a reintegrare al servizio due lavoratori che avevano impugnato il contratto a tempo determinato che li aveva visti operare da precari presso gli uffici di recapito di Poste Italiane nel 2011.
“Il giudice ha ritenuto la nullità del termine apposti ai contratti stipulati con i lavoratori, riconoscendo pertanto ai ricorrenti il contratto di lavoro a tempo indeterminato, e condannando l’azienda a reintegrare in servizio i lavoratori. A distanza di oltre 5 anni dai fatti, dopo un iter giudiziario di oltre 4 anni, che ha visto perdere i lavoratori in primo grado di giudizio, la sentenza della corte di appello conferma le tesi sostenute dai nostri legali di illegittimità di Poste Italiane nell’applicare quella tipologia contrattuale a termine”.
Lo rende noto la Cgil che “nell’attesa di conoscere le ragioni con cui il giudice motiverà la sentenza”, esprime “grande soddisfazione per il risultato raggiunto, con due lavoratori che avranno riconosciuto il contratto a tempo indeterminato”. La Cgil augura “ai due lavoratori buon lavoro, la loro perseveranza e la loro caparbietà, non avendo mollato dopo la sentenza negativa in primo grado, ha permesso il raggiungimento di questo storico risultato”.
Ringrazia inoltre “gli avvocati Danilo Colabraro e Mariachiara Paone che hanno creduto in questa battaglia, contribuendo a ridare dignità ed un lavoro stabile a questi lavoratori”. Come scritto da Slc Cgil Calabria “non possiamo che esultare innanzi una sentenza così importante che permette a dei lavoratori, dopo una lunga ed estenuante procedura giudiziaria, di aver riconosciuto il loro diritto ad un contratto di lavoro stabile. Soprattutto consideriamo estremamente gratificante l’aver riconosciuto l’abuso nell’utilizzo dei contratti a termine che troppo spesso prevaricano l’oggettività della causale di temporaneità. Nella fattispecie i contratti contestati sono stati stipulati dopo la riforma che dal 2006 ha tendenzialmente “liberalizzato” l'utilizzo dei contratti a tempo determinato da parte di poste italiane.
“La flessibilità, l’incertezza occupazionale, la precarietà sono caratteristiche peculiari dell’attuale mercato del lavoro, e le parti sociali attraverso la contrattazione provano a limitare gli effetti di questa precarietà indotta. Troppo spesso, però, le norme vengono interpretate e distorte dai datori di lavoro in maniera eccessivamente estensiva, costringendo le parti sociali a rivolgersi alla giustizia per fermarne gli abusi. Per fortuna capita, come in questo caso, che la giustizia faccia il suo corso ed ai lavoratori venga riconosciuto, un lavoro, un salario, ma soprattutto la propria dignità”.