Alla scoperta dei beni archeologici subacquei nell’Area marina protetta “Capo Rizzuto”
L’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” ha ripristinato il archeologico subacqueo interamente dedicato ad una delle testimonianze sommerse più interessanti del ricchissimo patrimonio archeologico locale. Sui fondali dell’incantevole baia di Scifo, nella prima metà del III secolo dopo Cristo naufragò un bastimento commerciale che trasportava un pesantissimo, quanto prezioso, carico di marmi provenienti dall’Asia Minore. L’intero carico si trova tuttora adagiato, intatto, sul fondale marino alla profondità di 6 metri e rappresenta una delle attestazioni più significative e meglio note che si conoscano di quell’ampio fenomeno che in età imperiale era legato al trasporto transmarino del marmo.
Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e l’Università della Calabria – Dipartimento Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG), al fine di rendere pienamente fruibile il giacimento archeologico sommerso, la cui scoperta è ascrivibile al noto sub crotonese Luigi Cantafora, sono stati realizzati due distinti percorsi: uno dedicato a chi si immerge con l’autorespiratore e l’altro per chi intende effettuare la visita in apnea o semplicemente dalla superficie con la maschera e le pinne (snorkeling). Le escursioni potranno essere effettuate contattando i Centri di immersione (Diving) autorizzati. Il progetto è stato realizzato nel 2015 grazie ai finanziamenti che l’AMP “Capo Rizzuto” ha acquisito nell’ambito del FEP (Fondo Europeo per la Pesca) – Asse IV – Flag “CostiHera”.