Filt Cgil Cosenza contesta comportamento dell’Anas
"In una regione che vanta tanti primati negativi, soprattutto sul tema occupazionale, appare quantomeno singolare, per non dire allarmante, la vicenda che in una Azienda pubblica, la Dirigenza territoriale, attui comportamenti volti ad impedire o a limitare l'esercizio della libertà sindacale. necessaria, per la difesa di quei limitati diritti del lavoro e per salvaguardare i lavoratori da eventuali abusi, illegittimità e verosimili inadempienze contrattuali e normativi perpetrati dalle Aziende". E' quanto scrive il Segretario Generale Filt – Cgil Cosenza, Giovanni Angotti.
"Stiamo parlando della gloriosa Azienda Autonoma delle strade, oggi Anas SpA - continua la nota - che ahimè negli ultimi tempi deve aver perso, “strada facendo”, la bussola, visto che come FILT CGIL provinciale di Cosenza siamo dovuti intervenire per la seconda volta nel giro di due settimane, a difesa dei diritti dei lavoratori. A nulla è valsa la prima contestazione inviata all’Azienda in data 16/06/2016, con cui chiedevamo un incontro urgente ai vertici Aziendali e contestualmente veniva avviata, quella che in gergo sindacale, viene definita procedura di ‘raffreddamento’, al fine di avere chiarimenti sui processi riorganizzativi che l’Azienda sta attuando, anche alla luce delle trasformazioni societarie annunciate dal Presidente Armani.
Il clima di incertezza che regna sul futuro dell’Azienda delle strade e le voci sempre più insistenti di un accorpamento dell’Ufficio per l’Autostrada SA/RC con il Compartimento della Viabilità di Catanzaro, così come l’annunciata “fusione” con Ferrovie, unita all’assenza di relazioni industriali, certamente deve aver contribuito a creare all’interno dell’Azienda un clima di preoccupazione e allarmismo.
La contestazione del 16/06/2016 stigmatizzava l’operato della Dirigenza territoriale, dal momento che: “dall’insediamento dell’ing. Vincenzo Marzi come Responsabile dell’Ufficio per l’Autostrada SA/RC” sono state quasi ‘abrogate’ le relazioni sindacali ed i diritti dei lavoratori vengono puntualmente compressi a fronte dei percorsi organizzativi che stanno interessando la società. Eppure,“l’attuale quadro richiederebbe che gli incarichi venissero assegnati con la massima chiarezza e trasparenza e con criteri oggettivi, poiché l’allocazione dei lavoratori in una Unità Operativa piuttosto che un’altra, potrebbero determinare le sorti di tanti lavoratori in vista dei futuri percorsi di riassetto cui l’Azienda è avviata”. In altri termini, trovarsi in una posizione Aziendale piuttosto che in un'altra, potrebbe significare esubero, trasferimenti, nella migliore delle ipotesi spostamenti al Compartimento di Catanzaro e/o viceversa percorsi virtuosi e carriera.
Come FILT CGIL, abbiamo rappresentato all’Azienda che: “sarebbe stato corretto e conforme alla normativa in essere, ed al buon senso, nel rispetto dei diritti sindacali e del ruolo assegnato dal CCNL di categoria alle sigle sindacali, partire da un confronto tra le parti, anticipato da una corretta informativa preventiva inoltrata alle organizzazioni sindacali, finalizzato ad individuare subito l'effettivo fabbisogno di personale nell'ambito regionale e provinciale, le modalità ed il numero di personale da interessare con i singoli provvedimenti di organizzazione dei lavoratori.
Solo in questo modo si sarebbe rispettato il contratto collettivo e i principi in materia di relazioni sindacali.
La ratio della partecipazione del sindacato è quella di verificare se le scelte aziendali siano rispondenti o meno agli interessi dei lavoratori, interessi che, nel caso de quo, risultano lesi dell'illegittimo comportamento antisindacale tenuto dal datore di lavoro”.
In sostanza, l'agire della parte datoriale ci ha impedito come O.S. di poter svolgere il ruolo di tutela dei lavoratori. L’avvio di processi riorganizzativi senza una preventiva adeguata informazione e consultazione sindacale ha fatto sì che l'organizzazione di rappresentanza dei lavoratori non avesse a disposizione gli strumenti di conoscenza necessari per verificare quali siano le reali esigenze dell'Anas e perciò ha impedito la realizzazione di una concertazione (definita “confronto” nel CCNL) adeguata, che può essere azionata solo a seguito di una corretta informazione. In poche parole, in questo modo non risulta possibile “verificare se le scelte della parte datoriale, fossero effettivamente rispondenti alle esigenze aziendali e di conseguenza dei lavoratori.
Abbiamo quindi chiesto l’intervento del Responsabile nazionale delle Relazioni Industriali dell’Anas SpA, nei termini previsti dal vigente contratto, con l’avvertenza che in assenza di risposte concrete ci vedremo costretti, nostro malgrado, a ricorrere al Giudice del Lavoro per condotta antisindacale da parte dell’Azienda ai sensi dell’Art. 28 dello Statuto dei lavoratori (che oggi qualcuno vorrebbe completamente abrogare).
Al di là della ‘querelle’, che come segreteria provinciale ci vede in prima linea, nel combattere comportamenti antisindacali e trattamenti di disparità per i lavoratori, vorremmo aggiungere qualche considerazione e riflessione.
Appare singolare che il Presidente dell’Anas SpA, venga per la seconda volta in visita nei cantieri ed alle strutture direzionali in Calabria e non senta, l’esigenza di incontrare le parti sociali, visto che si parla di riassetti organizzativi e passaggi di Anas in altre Società. La nostra realtà territoriale presenta problemi occupazionali oramai endemici ed il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici di Anas SpA, ci sta particolarmente al cuore, oltre che per i numeri, oltre 800 addetti, per quello che rappresenta ancora questa Azienda in una regione dove i diritti sono sempre meno, ed i lavoratori sono sempre più assoggettati alla mercé di ‘padroni’ e ‘padroncini’, poco inclini a riconoscere i contratti collettivi di categoria.
Non vogliamo fare inutile campanilismo, in un epoca in cui il mondo del lavoro sta attraversando un momento di grande difficoltà, vorremmo ricordare agli interlocutori politici, aziendali ed a tutti i soggetti istituzionali, che l’Ufficio Speciale per la Salerno Reggio – Calabria con sede a Cosenza, ha costituito negli anni un volano di sviluppo per l’economia di tre regioni e vorremmo solo aggiungere, invitando chi non lo conoscesse a farlo, leggere il Decreto di istituzione dell’unico Ufficio Autostradale in gestione diretta da parte di Anas. Ebbene, tra i motivi che determinarono la nascita dell’Ufficio Speciale, in un epoca in cui la ‘politica’ svolgeva il suolo ruolo con prestigio, viene citato quello più nobile, ossia, l’esigenza occupazionale, in una regione che evidentemente non aveva gli stessi aiuti che lo Stato elargiva sotto diversa forma ad altre grosse Aziende private, con sede in altre regioni. Allora, oggi è più che mai necessario una parola di chiarezza da parte del Presidente Armani e di riflesso da parte del Governo, su quale futuro attende l’Ufficio Speciale per la Salerno – Reggio Calabria ed i lavoratori.
In ultimo è non di importanza, una riflessione in ordine al progetto annunciato dal Presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, di investire 20 milioni di euro in tecnologie, per trasformare l’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria in una “Smart Road”. Noi saremo felicissimi se tutto questo si realizzerà e se servirà a migliorare la sicurezza ed a consentire più tecnologia lungo i 440 km, con l’installazione della banda larga e se l’utente avrà la possibilità di avere risposte in tempo reale, ma, non ce ne voglia Presidente, in alcuni tratti, prima, forse sarebbe opportuno “Ammodernare ed adeguare” agli standard autostradali l’infrastruttura e poi magari dotarla anche di questa tecnologia all’avanguardia. Ricordo che il tratto “cosentino” è rimasto la cenerentola, essendo quello che ad oggi presenta il maggiore tratto non ammodernato per 46 Km c.ca. Se per i 21 chilometri, da Morano Calabro allo svincolo di Sibari, si potrebbe pensare, che sia sufficiente una buona manutenzione straordinaria, stante le discrete condizioni, per i 25 Km da Cosenza ad Altilia, riteniamo imprescindibile un adeguamento dell’attuale sede per la sicurezza della circolazione stradale. Ricordo che tale tratto attraversa un territorio complesso da un punto di vista idrografico e di stabilità dei pendii, interessato spesso da fenomeni di dissesto ed instabilità con opere d’arte anche esse alla fine del loro ciclo vitale.
Non vogliamo sostituirci a fare il lavoro che spetta ad altri, ma dalle notizie ufficiose che abbiamo, ed anche per questo attendiamo un confronto di merito, le somme destinate alla nostra regione con l’Accordo Quadro per l’esecuzione dei lavori di Manutenzione sono davvero ‘esigue’. Le pavimentazioni eseguite con il primo Ammodernamento hanno ampiamente superato il ciclo di durata vitale previsto dagli standard costruttivi ed andrebbero rifatte, diciamo questo, perché sovente registriamo le segnalazioni degli operatori su strada e dei tecnici responsabili dei tratti stradali, che ahimè, in presenza di eventi incidentali, ci segnalano che malgrado si adoperino per mantenere in ordine l’arteria autostradale, rischiano condanne a livello personale per responsabilità che non hanno.
Pertanto, questa segreteria provinciale - conclude la nota - nel richiedere uniformità di comportamenti nei confronti dei lavoratori e scelte trasparenti e condivise, chiede con fermezza all'Anas SpA, che cessino gli annunci ad effetto, ed ai proclami seguano fatti concreti e tangibili in una regione che in quanto a disoccupazione presenta numeri da primato".