Editoria: la Rubbettino pubblica libro sui vampiri del filosofo Barzaghi

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Se Dracula di Bram Stoker è ancora il romanzo più letto di tutti i tempi e la sua trasposizione cinematografica nel 1992 di Francis Ford Coppola ha vinto tre Oscar, oggi il 24enne Robert Pattinson, protagonista della saga vampiresca Twilight, è considerato tra gli uomini più ricchi del mondo. Perché l'immagine del vampiro trova da piu' di due secoli un pubblico di appassionati, per di piu' ininterrottamente pagante?. Secondo lo studioso Mario Barzaghi, autore de "Il mito del vampiro - Da demone della morte nera a spettro della modernità"(Rubbettino, Soveria Mannelli 2010)', "il punto chiave della questione consiste nel fatto che quella del vampiro sembra porsi come figura emblematica della modernita'". Nella sua ultima opera, Barzaghi ricostruisce la fenomenologia del mito del vampiro, a partire dai suoi piu' lontani trascorsi folklorici e medievali, per indagare, passando per le sue radici balcaniche e per l'iconografia orientale, lo sviluppo della sua figura entro la cultura illuministica, prima, la letteratura romantica, poi. Una molteplicita' di percorsi "che permette di cogliere tutta la densita' storica e critica dell'immagine mitica del vampiro quale spettro del nichilismo moderno. Il fatto e' che il vampiro, spiega l'autore in un'intervista all'AGI, "costituisce un'immagine arcaica in grado di raffigurare l'esperienza moderna, cioe' un'immagine suscettibile di costituirsi in un archetipo collettivo (e percio', come insegna Jung, in una forma drammatica essenziale inconscia dello spirito) atto a sopportare carichi rappresentativi sino a raggiungere una sua singolarita' col personaggio di Dracula creato da Bram Stoker. In tal modo esso raggiunge lo status di 'mito moderno'". Stoker, dunque, "non e' semplicemente un letterato che inventa un personaggio" ma l'espressione "acuta della pisiche collettiva della sua epoca". Dracula diventa cosi' "il Vampiro per antonomasia, cioe' il "mito del Vampiro" in quanto sino a quel momento - osserva lo studioso - tale figura era ancora dispersa in una serie di elementi generici, cioe' non aveva ancora raggiunto la singolarita' che e' divenuta familiare alle successive generazioni dei lettori". Una volta personificata nel Dracula di Stoker, l'immagine di questo archetipo collettivo si presta "come nessuna altra a venire tradotta in un linguaggio clonale filmico-letterario - asserisce Barzaghi - e ad essere ripetuta, cosi', all'infinito sino all'attuale schiera dei vampiri-ketchup", protagonisti del "neo vampirismo tardo moderno" che si caratterizza "come una tendenza al consumo indefinito dell'inconsumabile, cioe' del mito del vampiro attraverso il principio della serialita'". "Una forma particolare di tale consumo e', di recente, la nascita di una 'vampiricita' per adolescenti' secondo cui il vampiro e' il nuovo ideale antropologico in quanto e' uno sportivo dall'ammirevole forma fisica ottenuta praticando particolari esercizi ginnici, per cui il fitness e' il modello che rimpiazza quello della 'buona vita'; come ogni sportivo moderno che si rispetti, poi, il vampiro si mantiene sempre giovane osservando una particolare dieta fortemente proteica che non consente l'accumulo di grassi". Il suo approccio affettivo "e' il flirting: egli rappresenta, cosi', un'assoluta norma comportamentale giovanile in quanto ha del tutto messo da parte ogni noiosa questione morale in favore della sola dimensione estetica. In una parola - conclude Barzaghi - e' l'utente ideale di Facebook". Mario Barzaghi e' nato a La Spezia e vive a Roma dove insegna filosofia all'Istituto Superiore Montessori. Si e' interessato tanto di filosofia politica (ha curato un'edizione commentata del De Cive di Hobbes per la casa editrice Marietti), che di metodologia scientifica (Il Positivismusstreit vent'anni dopo, "Bollettino della Societa' Filosofica Italiana", 1981-82). Si e' dedicato a lungo al pensiero di T. W. Adorno e alla sua critica della societa' moderna con il libro Dialettica e materialismo in Adorno, Bulzoni, Roma 1982. In seguito ha studiato l'origine e il significato di alcune fondamentali figure mitiche della modernita' quali Faust (da cui il saggio Il maestro rammentatore. Un'interpretazione della modernita', pubblicato in "Filologia Antica e Moderna", n. 1, Universita' della Calabria, 1991) e l'incubo (Il razionalismo e l'incubo, Rubbettino, Soveria Mannelli 1998). Si e' inoltre interessato al linguaggio e alla storia del cinema, pubblicando l'opera Il rettangolo delle emozioni (collana "Ricerche" dell'Istituto Superiore Montessori di Roma, 2002). Sta, infine, portando a termine una storia della filosofia intitolata Percorsi critici di filosofia di cui sono gia' usciti i primi tre volumi, editi dall'Istituto Superiore Montessori di Roma per la collana "Costellazioni".