Calcio: FC Catanzaro, il comune ha difeso un’autentica bandiera della città
“Le decisioni assunte dall’Amministrazione Comunale per evitare l’onta della cancellazione della lunga e gloriosa tradizione calcistica cittadina sono non solo ineccepibili sul piano formale e procedurale, ma soprattutto largamente condivise dall’intero arco delle forze politiche rappresentate nel Consiglio Comunale e dal Tavolo Istituzionale che in tutti questi mesi ha seguito con passione le vicende del FC Catanzaro. Si è trattato di decisioni serie ed equilibrate che hanno tenuto conto innanzitutto della straordinaria funzione sociale che il calcio svolge a Catanzaro e dello smisurato amore che lega decine di migliaia di sportivi, sparsi in tutta Italia, ai colori giallorossi. Un’altra, essenziale motivazione è da ricercare nel fatto che la squadra di calcio veicola, da sempre, l’immagine della città in Italia e dovunque, in tutto il mondo, esistono comunità di calabresi. Non c’è stata alcuna “regalia” e non c’è stato alcun uso distorto del denaro pubblico, come qualche avventato cronista ha ipotizzato: i finanziamenti concessi sotto varie forme (sponsorizzazione, rimborso spese di manutenzione dello stadio) hanno consentito al Fc Catanzaro di disputare, con dignità, gli ultimi campionati di C2 e Seconda Divisione e, addirittura, di sfiorare la promozione in Prima Divisione. Quanto alla somma destinata all’unanimità dal Consiglio Comunale (che ha ratificato, senza alcuna voce contraria, un precedente deliberato della Giunta) all’Associazione di scopo “Tribuna Gianna” - costituita da personalità di fiducia del Comune, della Provincia e della Camera di Commercio- c’è da ricordare che questa è stata finalizzata alla regolare iscrizione al campionato di Seconda Divisione, condizione irrinunciabile per scongiurare un secondo fallimento e avviare le trattative con gruppi imprenditoriali che sembravano interessati all’acquisizione della società giallorossa. Essendo stato questo obiettivo pienamente raggiunto dall’Associazione “Tribuna Gianna”, la decisione assunta all’unanimità dal Consiglio Comunale appare assolutamente legittima e si è rivelata utile per scongiurare un indecoroso fallimento del club. In tal senso, sindaco e amministrazione comunale hanno raccolto l’accorato appello dell’assessore regionale Domenico Tallini che aveva invitato, con una dichiarazione sulla stampa, a non lasciare nulla di intentato per salvare il calcio professionistico a Catanzaro.
L’Amministrazione Comunale, sul presupposto che la squadra di calcio è un patrimonio che appartiene alla città (come peraltro è contemplato dal lodo Petrucci che assegna al sindaco precisi compiti e responsabilità), non ha consentito che venisse disperso il titolo sportivo , nell’attesa di nuove condizioni per un rilancio della compagine societaria. La rigorosità istituzionale del Comune ha impedito, e impedisce tuttora, di perseguire altre strade, come l’immorale “fallimento pilotato” che viene invocato da alcuni settori che evidentemente sono interessati a rilevare a costo zero un Catanzaro che dovrebbe militare per chissà quanti anni tra i dilettanti. Le gratuite accuse rivolte all’Amministrazione Comunale nel suo complesso (sindaco, giunta, consiglio comunale) da qualche cronista superficiale e sotto certi aspetti irresponsabile non scalfiscono lo straordinario impegno del sindaco Olivo a favore del Catanzaro. Per ben tre volte il sindaco di Catanzaro, tenendo conto delle indicazioni della tifoseria organizzata, ha scongiurato l’ipotesi del fallimento e della chiusura del calcio a Catanzaro.
Per la ristrutturazione, la riqualificazione e la messa in sicurezza dello stadio “Ceravolo” è stato operato un investimento che è il più importante intervento sulla struttura dai tempi della prima promozione in serie A (1971). Il Comune ha fatto il suo dovere per difendere non una semplice società di calcio, ma un’autentica bandiera della città”.