Spettacolo e religione per Armonied’Arte Festival
Un festival che oltre alle suggestioni estetiche promuove la riflessione intellettuale e l’impegno sociale nel quadro di un contesto internazionale: ecco Armonie d’Arte, ormai luogo simbolico dove incontrare grandi artisti e giovani risorse, progetti di successo e nuove produzioni in prima assoluta, con esiti anche clamorosi ma sempre con l’approccio di passione e partecipazione lontano da passerelle, vetrine e furori tipici del comparto pop commerciale.
E così sabato 20 agosto, alle ore 22,00, il Parco Archeologico di Scolacium farà da cornice al secondo appuntamento previsto nel Focus Rosso, dedicato all’interculturalità e al dialogo tra le genti, di questa XVIesima edizione di Armonied’ArteFestival ideato e diretto da Chiara Giordano, e il cui ente attuatore è la Fondazione Armonie d’Arte: “Francesco e il Sultano, ovvero il dialogo felice tra Cristianità e Islam”. Una produzione originale del Festival di Francesco Brancatella, in prima assoluta, dedicata a Suso Cecchi D’Amico e Franco Zeffirelli, autori del soggetto inedito sull'incontro tra San Francesco e il Sultano d'Egitto che ha ispirato la sceneggiatura, con la specifica direzione artistica di progetto della stessa Chiara Giordano.
Sul palco tre dei più importanti protagonisti del teatro italiano: un affascinante e intenso Alessio Boni nei panni di San Francesco, l’elegante Mariano Rigillo nel ruolo di Federico II ed Edoardo Siravo che con la sua indimenticabile voce darà parola al Sultano. Uno spettacolo di parole, di musica e danza, con i ballerini del Collettivo FAdA diretti da Filippo Stabile, la consulenza coreografica di Micha Van Hoecke e la consulenza registica di Lorenzo D’Amico De Carvalho. Dunque un incontro di culture, un’intervista impossibile, un racconto fatto di paura e coraggio che offrirà allo spettatore l’opportunità di interrogarsi su una delle più gravi tematiche dei nostri tempi, seppure qui portata alle coscienze attraverso la lente sublimante dell’Arte.
Non a caso la forza dello spettacolo sta, proprio, nel grande messaggio di speranza che traspare, in un’epoca in cui sembra vincere l’inconciliabilità e l’incomunicabilità tra religioni diverse. Ad essere messo in scena è, infatti, lo storico colloquio a Damietta, a pochi chilometri da Il Cairo, nel 1219, tra San Francesco e il Sultano: un viaggio interiore nell’alterità vista come momento di arricchimento e crescita attraverso il dialogo interreligioso. Un’opera, forse, oggi addirittura necessaria sul grande insegnamento di San Francesco e il suo invito al dialogo e all’incontro tra le diverse culture per il superamento delle difficoltà relazionali e la crescita reciproca. Imperdibile, quindi, non solo sotto il profilo estetico ma anche, e forse ancor più, sotto il profilo di quell’imperativo categorico interno che oggi ciascuno dovrebbe avvertire.