Psp: Sì allo sciopero Usb-Unicobas, No al Referendum costituzionale
I Partigiani della Scuola Pubblica aderiscono allo sciopero proclamato da USB e Unicobas del 21 ottobre e partecipano alla manifestazione organizzata da USB Unicobas e USI del 22 ottobre in difesa dell’integrità della carta costituzionale vigente contro la de-forma dettata al Parlamento dal Governo Renzi.
"I motivi - si legge in una nota dei Psp - sono molteplici, ma su tutti prevale quello della difesa della sovranità e dei diritti dei cittadini, gravemente esposti al rischio di soccombere di fronte alle condizioni imposte da un’Europa che viaggia a due velocità e che pretende che i paesi svantaggiati si adeguino a standard che non sono alla loro portata. Una politica discutibile oltre che sul piano umano anche su quello dei risultati: i livelli di crescita del Paese e dell’intera compagine europea ne manifestano apertamente fallimento”.
“Oggi – proseguono i Psp - il rischio tangibile è che i cittadini italiani vadano incontro, senza alcun esito positivo sul piano economico né a breve né a lungo termine, ad una progressiva riduzione dei diritti, ad una compressione dei salari, alla precarizzazione estrema, alla perdita di sanità e istruzione pubblica e delle garanzie sulla pensione. Infatti, grazie alla de-forma associata alla legge elettorale dell’Italicum, tutti i diritti costituzionali sono a rischio per la facilitazione con cui una maggioranza parlamentare che può rappresentare anche solo il 10% della popolazione può modificare l’intera costituzione assieme ad un senato non eletto”.
Secondo i partigiani della scuola “Il modello di democrazia che ne esce fuori è assolutamente svuotato del suo significato: a decidere il destino degli italiani sarebbe un esecutivo fortissimo, che risponde solo all’Europa e ai poteri forti, gestendo lo stato come farebbe un consiglio di amministrazione ristretto di una qualsiasi azienda. Per i cittadini non ci sarebbe più alcuna possibilità di interazione con un parlamento così costituito: ognuno si dovrebbe arrangiare come può, chiedere aiuto all’amico, al massone, al mafioso, all’usuraio, chi non ha santi in Paradiso sarebbe spacciato; anche perché, grazie al combinato con l’Italicum, la camera monopartitica nominerebbe 3 dei 5 giudici costituzionali e gli altri 2 il senato non eletto costituito da residuati dei consigli regionali e dei sindaci, gli elementi più corrotti della classe politica italiana, magari divenuti senatori nei loro contesti locali proprio perché bisognosi dell’immunità”.
“Ecco che anche il potere giudiziario più alto – si ribadisce nella nota - sarà gestito da soggetti legati a filo doppio con l’esecutivo, senza contare che anche il Presidente della RePubblica sarebbe eletto in seno al Parlamento da una compagine monopartitica. Insomma, tutti gli equilibri che i Padri Costituenti avevano dettagliatamente e semplicemente delineato per garantire l’indipendenza dei tre poteri cosicché dal primo all’ultimo cittadino tutti avrebbero beneficiato dello stato di diritto sono completamente sovvertiti da questo progetto di riforma, che rappresenta lo stesso modello ignobile applicato alla scuola pubblica, scippata alle comunità locali per essere lasciata alla gestione monocratica del Dirigente Scolastico”.
Ai Partigiani della Scuola Pubblica “non interessa un progetto di società che non tuteli il cittadino, che non funzioni a suo beneficio, ma a quello di poteri occulti e sovranazionali legati esclusivamente al profitto: l’applicazione della Costituzione – affermano - è l’ultimo baluardo di tutti, i primi e gli ultimi , ecco perché da mesi siamo impegnati in prima linea nel sostegno alla campagna referendaria sulle posizioni del No e oggi il nostro appoggio al Coordinamento di Democrazia Costituzionale attraverso tutte le iniziative assunte dalle forze sindacali è assolutamente incondizionato".