Ponte sullo Stretto, Legambiente torna ad opporsi alla propaganda politica

Reggio Calabria Attualità

Come è possibile parlare di grande opera per il Sud, quando in Calabria la velocità media sulla rete ferroviaria è ancora di gran lunga inferiore alla media nazionale, con treni vecchissimi e la gran parte della tratta jonica non è elettrificata?”. È quanto si chiede Legambiente Calabria.

“Non è certo lo Stretto di Messina il collo di bottiglia dei trasporti tra la Sicilia e la Penisola, piuttosto il Parlamento si impegni a trovare le risorse per mettere mano, subito e in maniera lungimirante, a tutta la mobilità del Sud con il potenziamento ed il miglioramento della linea ferroviaria jonica, dell’alta velocità sulla linea tirrenica Napoli-Reggio Calabria, dell’Autostrada A3; della SS 106 e della SS 18; del materiale rotabile con i comfort moderni ed investendo sulle tratte regionali di Ferrovie della Calabria. È questo l’appello di Legambiente Calabria che, dopo un anno dall’ultimo annuncio del Governo Renzi, torna ad opporsi all’ennesima propaganda politica volta a convincere la popolazione che il Ponte porterà sviluppo e posti di lavoro.

“Come è possibile parlare di grande opera per il Sud, quando in Calabria la velocità media sulla rete ferroviaria è ancora di gran lunga inferiore alla media nazionale, con treni vecchissimi e la gran parte della tratta jonica non è elettrificata?”.

“Renzi parla di progettare il futuro – ha affermato il presidente di Legambiente Calabria, Francesco Falcone - noi riteniamo, più modestamente, che occorra costruire il presente. Un progetto per il rilancio del Mezzogiorno, semmai, dovrebbe oggi partire dalle città portuali come Villa San Giovanni e Gioia Tauro, il problema per lo sviluppo di un efficiente trasporto merci integrato sta nei collegamenti tra porti e rete ferroviaria. Senza dimenticare lo stato di degrado della rete stradale in Sicilia e Calabria. Questi sì, sarebbero interventi utili e un modo concreto di promuovere nuova occupazione e sviluppo nel meridione”.

“Per quanto riguarda invece il futuro – ha detto ancora Falcone - le sfide richiedono ben altro approccio: dall'impegno per una diffusa rigenerazione urbana al consolidamento delle rinnovabili, dalla mobilità sostenibile all'agricoltura di qualità, dall'ottimizzazione della raccolta differenziata alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico fino alle infrastrutture ferroviarie e portuali necessarie. Non c'è bisogno di opere inutili per far crescere l'Italia: occorrono azioni, il tempo degli annunci e del populismo mettiamolo alle spalle e rottamiamolo”.