Ance Cosenza, forte preoccupazione per la crisi del settore edile

Cosenza Attualità

Nel 2009 cinquemila lavoratori operanti nel settore edile espulsi dal mercato del lavoro e 1400 imprese costrette a cancellarsi dai registri camerali. Un trend negativo che trova conferma anche nei dati forniti dalla Cassa Edile Cosentina e relativi ai primi 10 mesi del 2010. Quest’ultimi infatti ci restituiscono una fotografia ancora più precisa del momento difficile attraversato dal comparto nella nostra provincia. Diminuiscono sensibilmente i lavoratori iscritti alla Cassa Edile (oltre il 2% in meno), ma soprattutto crollano le ore di lavoro denunciate (- 16%) e di conseguenza la massa salari (-14%) e permane massiccio il ricorso alla Cassa Integrazione. Questi dati, unitamente a quelli che parlano di un calo degli investimenti del 17% rispetto allo scorso anno e di una riduzione sia del numero (-27%) che del valore (-64%) dei bandi di gara per lavori pubblici, sono stati al centro della discussione del tavolo sindacale, composto da ANCE Cosenza, Cassa Edile Cosentina, Ente Scuola per la Formazione delle Maestranze Edili, Comitato Paritetico Territoriale, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. Tutti i partecipanti hanno espresso forte partecipazione per la situazione di un settore così importante in Calabria, che rappresenta da solo il 30% del Pil regionale. “Il 2011 – ha rimarcato il Presidente di ANCE Cosenza Natale Mazzuca – non si prefigura migliore, anzi, l’assenza di interventi anticiclici e la mancata programmazione per lo sviluppo rischiano di aggravare una crisi già profonda. Di fronte a quella che si configura come una vera e propria emergenza sociale è urgente mettere in campo un programma di opere medio piccole immediatamente cantierabili che serva a raggiungere un duplice obiettivo: rilanciare l’economia regionale e attuare un piano che sani il territorio calabrese, ormai degradato per oltre il 70%, che riqualifichi il patrimonio edilizio, inadeguato tra l’altro dal punto di vista della sicurezza antisismica, e che dia risposte alle esigenze abitative delle fasce sociali meno abbienti.” Particolare attenzione è stata posta al problema dei ritardati pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione. Una situazione questa che, in un momento di crisi economica come quello attuale, rischia di diffondere ulteriormente la piaga del lavoro nero. “Dalle verifiche effettuate tra marzo ed agosto – sottolineano i rappresentanti della Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – dal Ministero del Lavoro è emerso che è cresciuto sensibilmente il numero delle aziende irregolari e dei lavoratori totalmente in nero coinvolti. Proprio per questo occorre ripristinare regole certe, riconoscendo puntualmente alle aziende quanto loro spettante e non costringendole di fatto a non adempiere ai loro obblighi nei confronti dei propri dipendenti.” Il tavolo sindacale si è aggiornato a breve per predisporre un documento contenente una serie di proposte unitarie e condivise da presentare ai decisori politici.