Tripodi: la centrale a carbone a Saline è solo una scelta politica

Calabria Attualità

E' molto strano che i promotori della centrale a carbone, siano tornati alla carica a distanza di poco tempo. Nulla è cambiato sotto il profilo tecnico, urbanistico, scientifico ed ambientale. L'attrazione evidentemente è suscitata da una sola cosa: il cambio della classe dirigente regionale. Riproporre ostinatamente il carbone a Saline, risponde soltanto ad una scelta politica ben precisa, che guarda alla Calabria come ad un territorio passivo dove può accadere di tutto persino clamorose decisioni prese altrove che finiranno per danneggiare la salute delle persone e l'ambiente. Non si spiega infatti come mai a distanza di un anno dalla Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero delle Attività Produttive, che segnava la bocciatura del progetto della centrale a carbone di Saline Joniche, oggi molte opinioni siano cambiate. Ma tutto coincide, se si pensa che oltre alle opinioni è cambiata pure la guida della Regione Calabria dove oggi accampa una Giunta di centrodestra, costola di un Governo nazionale ormai sbilanciato verso Nord ed ostaggio della Lega, che ignora le volontà dei Sindaci e dei territori interessati, come pure le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Ci siamo sforzati all'interno del Piano Provinciale di prevedere un progetto di sviluppo dell'area di Saline fondato sulla biodiversità e la valorizzazione dell'area Pantano. Abbiamo contribuito alla bocciatura dell'ipotesi carbone, quando proprio durante la Conferenza dei Servizi, la Provincia rappresentata dal sottoscritto, ha esposto le ragioni di uno sviluppo sostenibile, diametralmente opposto alle mire espansionistiche del carbone, anche sulla base di una storia vissuta a Saline, fatta di mancati insediamenti produttivi e di falliti progetti di sviluppo dell'industria pesante. La Provincia di Reggio per tali ragioni, non può che ribadire la propria netta contrarietà alla centrale a carbone, scelta già sconfitta negli anni ottanta nella Piana di Gioia Tauro, dove il movimento del NO AL CARBONE ad un certo momento coincise con l'impegno per la legalità, ed equivalse ad un NO ALLA MAFIA ed al malaffare. Auspichiamo in vista del Consiglio Provinciale di venerdì prossimo, che vi sia la massima convergenza di tutte le forze politiche, di fronte all'ennesima tragedia calata dall'alto, la più devastante per la popolazione calabrese. A fronte di un territorio ormai in preda al dissesto idrogeologico, l'unica risorsa vera che rimane alla Calabria è l'aria buona, ovvero la natura che circonda i nostri meravigliosi paesaggi. Al pericolo della centrale a carbone bisogna dunque rispondere con uno scatto di dignità affinchè ognuno si schieri dalla parte giusta, cioè della Calabria e dei calabresi.