Unione e cambiamento: la verità sulla vicenda di “Montagna Magna”
Dopo una prima risposta scritta, un consiglio comunale ad hoc ed un manifesto di replica a quanto proclamato pochi giorni fa dalla minoranza che siede tra i banchi del Comune di San Marco Argentano, non si fa certo attendere la nuova risposta al vetriolo della lista vincente “Unione e Cambiamento”, cui fa riferimento il primo cittadino Alberto Termine e tutta la sua maggioranza. “Abbiamo una minoranza davvero ricca di idee – si legge nel documento affisso in questi giorni per tutto il territorio del centro normanno – ma, sfortunatamente, tutte rivolte nell’ossessivo impegno di destabilizzazione dell’azione amministrativa di questa maggioranza. Una propaganda di bassa lega, effettuata con affermazioni sleali, calunniose, diffamatorie, tendenziose e temerarie ma, più di ogni altra cosa, false. Più volte, in questi ultimi sedici mesi, la popolazione sammarchese si è già resa conto delle maniere infamanti e scorrette utilizzate dai tristi e tormentati componenti della lista “Popolari e Democratici”. Continue alterazioni della verità che rappresentano la proiezione di ciò che la minoranza ha sempre fatto nei precedenti 25 anni di gestione di questa città. E il pensiero di tutti si rivolge, ad esempio, a certe brutture morali commesse nel periodo successivo al nostro insediamento. E chi ha orecchie per intendere, intenda!”. La diatriba con la lista del candidato perdente, Pinotto Mollo, si rifà alla questione della cosiddetta Montagna Magna, che vede i comuni di San Marco Argentano e Cervicati contendersi la proprietà ricadente in località Varconcello. “I cinque illuminati consiglieri di minoranza hanno chiesto con impeto che si tenesse un Consiglio straordinario sulla vicenda del bosco – prosegue la nota della lista “Unione e Cambiamento” – facendo presagire di svelare in quella sede chissà quali elementi di verità. Volevano dimostrare la proprietà delle particelle n. 1, 2 e 3 del foglio n. 77 in capo al Comune di San Marco Argentano ma, quando si è tenuta la pubblica assise, il loro relatore non ha fatto altro che parlare, parlare e parlare, senza arrivare a niente di fatto. Non contenti della figuraccia ottenuta, negli atti della chiusura dei lavori del Consiglio, e quindi nel pieno rispetto delle regole vigenti, nel momento dell’intervento del perito demaniale De Seta, sollecitato dal Sindaco di Cervicati a chiarimento della vicenda, tutta la minoranza ha pensato bene di scappare via, non per protesta, come ha voluto far credere, ma solo perché non aveva il coraggio e l’umiltà di ascoltare il tecnico, ritenendosi l’unica depositaria di tutte le verità. Peraltro, il dottor De Seta non è un perito di parte come il dottor Oliveti, bensì un Perito e Istruttore Demaniale incaricato direttamente dall’Ufficio degli Usi Civici di Catanzaro per individuare il lotto boschivo del Demanio Civico Comunale di Cervicati sito in località “Cervicato-Varconcello”. Senza aggiungere, oltre modo, che Massimiliano Barci non è un cittadino qualunque, bensì un Sindaco. Per queste ragioni, ovviamente, possiamo affermare di non avvertire assolutamente il bisogno di sentirci rammentare dalla minoranza l’importanza delle istituzioni: serietà degli organismi statali che, forse, in quell’occasione, la minoranza ha ricordato a se stessa”. Il documento redatto e affisso da “Unione e Cambiamento” ha voluto così mettere a conoscenza la cittadinanza sammarchese su alcuni elementi della vicenda, come i costi affrontati dalle precedenti amministrazioni, oggi all’opposizione. “I nostri concittadini devono sapere che, fra parere pro veritate del prof. Caterini e la perizia di parte del dottor Oliveti, questo Comune ha pagato nel biennio 2006-2007 la somma di 14.364,50 euro. Per farne cosa? Possono dirci questi signori amministratori perché hanno buttato via così i nostri soldi, vista la convinzione di avere in mano tutto l’occorrente per risolvere la questione? Perché quegli illuminati amministratori di allora non hanno seguito i consigli contenuti in quei documenti, peraltro regolarmente pagati da tutti noi? Sono tutte domande alle quali solo loro possono rispondere, anche davanti alla Corte dei Conti. Ecco perché si sono autodenunciati”. Ad onor del vero, sino ad ora, la minoranza non ha esibito alcun documento che dimostri quanto va proclamando. Si è solo limitata a riesumare una pianta planimetrica allegata ad una perizia del PID geom. Parise, redatta nel 1943 e depositata nel 1948, che non ha alcun valore probatorio. Da qui, la loro disperata richiesta di recarsi presso il Commissariato degli Usi Civici di Catanzaro. “Dobbiamo ancora capire questo ultimo colpo di coda della minoranza – conclude la nota – visto che proprio il famoso relatore dell’ultimo Consiglio, quando ricopriva la carica di Assessore all’Urbanistica, si recò in data 28 giugno 2007 all’Ufficio Usi Civici e Contenzioso di Catanzaro, su invito dell’ente regionale, ma senza concludere alcunché. Così come nulla fu concluso nel 2003 quando, sempre lo stesso soggetto, tentò di modificare all’Agenzia del Territorio di Cosenza l’intestazione catastale delle succitate particelle. Ricordiamo a tutti che all’epoca l’Agenzia ribadì che la documentazione prodotta non costituiva titolo legale di trasferimento. E che dire ancora dei documenti datati 4 febbraio 1989 e 16 marzo 1989 a firma dell’allora sindaco Ernesto Mileti e del dirigente dell’Ufficio Tecnico, datato 13 febbraio 1989, con i quali si riconosceva la proprietà del bosco in questione in capo al Comune di Cervicati. Forse, allora, bisognava fare un piacere a qualcuno?”. Insomma, una bella gatta da pelare per i sodali di Giulio Serra, con una minoranza che in questo suo periodo di ombra dimostra di non riuscire ad accettare la sconfitta e, soprattutto, il “cambiamento” richiesto dai cittadini sammarchesi. “Cari concittadini – proclama il gruppo guidato da Alberto Termine – con i vostri soldi noi ci incamminiamo con i piedi di piombo, perché non vogliamo creare un ulteriore danno erariale, in un momento così difficile per tutte le amministrazioni comunali. Questo non vuol dire che saremo superficiali o che non ci occuperemo della questione secondo tutti gli approfondimenti del caso, ma che faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità attraverso un confronto serio e democratico, proprio di chi è abituato a praticare gli imperituri valori della lealtà, dell’onestà e della trasparenza. Parole che, senza alcun forse, ci siamo accertati non esistere nel dizionario della minoranza”.