Colombo (AI): ridimensionamento certifica la morte dell’ospedale di Lamezia
"Era alquanto scontato che il nuovo atto aziendale dell’ASP non si sarebbe discostato da quanto previsto dal commissario alla sanità Scura, che stabilisce per l’ospedale lametino un forte ridimensionamento, depauperando una struttura che negli anni ha servito un bacino d’utenza di oltre 150 mila abitanti. Già la scorsa estate avevo lanciato l’allarme circa il nuovo documento dell’Azienda sanitaria che prevedeva lo smantellamento di diverse unità operative complesse riducendole a strutture semplici e con reparti di una certa eccellenza nel nosocomio lametino, come Malattie infettive, che sarebbe stato assorbito ed aggregato ad altri reparti, cosi come effettivamente avverrà”.
Lo afferma Igor Colombo, di Azione identitaria, in una nota stampa nella quale spiega poi che un analogo discorso vale anche la la Fibrosi cistica, “che - dice - passerà alle dipendenze del reparto di Pediatria ed i laboratori saranno tuti declassati a Strutture dipartimentali semplici, con conseguente mortificazione di medici locali che prestano servizio da diversi anni in questi reparti e che recentemente sono stati sostituiti da dirigenti provenienti da fuori, con la beffa che si sono visti sfumare promozioni sul campo che avrebbero sicuramente meritato per il loro curriculum ed il percorso professionale all’interno ed al servizio dell’ospedale Giovanni Paolo II”.
Secondo Colombo è “questa dunque la resa dei conti che certifica la morte del nostro ospedale, una lunga storia che prende forma con la scellerata cancellazione della vecchia Asl dovuta ad un iniquo riordino sanitario voluto dall’allora Assessore regionale al ramo, Doris Lo Moro, e poi di un’altrettanta sciagurata riorganizzazione di tutta la rete ospedaliera compiuta nel 2010, poco prima del commissariamento ufficiale della sanità e che divideva gli ospedali calabresi in Hub e Spoke, assegnando a quello importante e baricentrico lametino quest’ultima qualifica e relegandolo ad ospedale di serie B".
"Quelle ciarliere e demagogiche promesse - continua la nota - di punti di eccellenza per l’ospedale di Lamezia da parte di politici come Talarico, sono ormai lontane e molti dovrebbero ricordarsene, una sorta di reductio ad absurdum che ne ha certificato tutta la malafede nella condotta politica di questi personaggi. Da subito nelle mie lotte politiche avevo chiesto il ripristino delle vecchie Asl, cosa tra l’altro promessa da gente come Scopelliti e Talarico in quella campagna elettorale per le regionali del 2010, per riprendere quella sovranità perduta per l’ospedale, ma poi nessun atto concreto e volontà di ridare dignità ad un territorio come quello di Lamezia Terme e la mia rimase una vox clamantis”.
“A Lamezia – aggiunge Colombo - il commissario Scura ha fatto come Menenio Agrippa nel suo apologo delle membra che si ribellano allo stomaco, considerando la sanità lametina insieme ai suoi utenti, come la plebe della Calabria, riuscendo pertanto a convincere tutte le sigle sindacali ed i vari esponenti politici della bontà del suo decreto , prova ne è l’immobilismo dei rappresentanti di categoria ed il silenzio assordante di una classe politica che prima è stata complice di tutto un sistema che mirava al depotenziamento del nostro ospedale, poi ne è diventata spettatrice felice ed appassionata".