Calabria, crescono i consumi delle famiglie: nel 2016 spesi 1,3 milioni (+7,8)

Calabria Attualità

La crescita del reddito pro capite nel 2016 è del 2,0%. La spesa per beni durevoli mostra un ampio aumento (+7,8%): dato che supera di più un punto percentuale la media nazionale (+6,4%). I consumi delle famiglie crescono, trainati dagli acquisti di beni cruciali per l’organizzazione della vita familiare e non più rinviabili come quelli del settore della mobilità (auto nuove +19,5%, motoveicoli +19,8%).


Tra le province che riportano un trend positivo per l’acquisto dei beni durevoli ci sono Catanzaro (+9,1%), Vibo Valentia (+8,4%) e Cosenza (+8,0%): è qui che si è registrato un incremento della spesa superiore a quello medio regionale e nazionale.

Questi i principali risultati della ventitreesima edizione dell’Osservatorio di una nota finanziaria italiana sul consumo, appunto, di beni durevoli in Calabria, e presentato oggi a Roma.

Secondo i dati, nel 2016, l’economia calabrese ha segnato un andamento positivo del reddito pro capite della regione (+2,0%). In linea con questo indicatore, le province hanno registrato gli incrementi sono, nell’ordine, Cosenza (+2,2%), Vibo Valentia (2,1%), Catanzaro (2,0%), Reggio Calabria (1,9%) e Crotone (1,6%).

Complessivamente, le famiglie calabresi hanno speso 1.266 milioni di euro con una crescita del +7,8% rispetto al 2015, dato superiore alla media nazionale (+6,4%).

I SETTORI DI SPESA

Auto e moto. Trend positivo per il settore dei beni legati alla mobilità. Gli autoveicoli nuovi incrementano i notevolmente volumi di acquisto +19,5% con una spesa di 349 milioni di euro. Favorevole è anche il quadro dei motoveicoli che registra un +19,8% con una spesa di 18 milioni di euro. In crescita, anche se più contenuta, il mercato delle automobili usate (+6,0%) il cui ammontare di spesa è 335 milioni di euro.

Mobili. Aumenta il mercato dei mobili che passa dal +0,3% dell’anno scorso al +2,1% attuale. La spesa delle famiglie calabresi complessivamente si attesta a 335 milioni di euro.

Elettrodomestici. Positivo l’andamento del mercato degli elettrodomestici grandi e piccoli che registrano un +0,9% dei volumi di acquisto con 114 milioni di euro di spesa. In forte ripresa il quadro dei beni dell’elettronica di consumo (da -7,6% nel 2015 a +4,1% nel 2016). La spesa si attesta a 65 milioni di euro rispetto ai 63 milioni di euro dell’anno precedente.

Prodotti Informatici. In crescita il settore dei beni relativi all’Information Technology che sale a +5,7% da -8,3% del 2015 registrando una spesa di 50 milioni di euro per l’intera regione.

LA SPESA PROVINCIA PER PROVINCIA

Catanzaro con 13.813 euro (+2,0% rispetto al 2015) è la provincia calabrese a maggiore disponibilità di reddito pro capite. A Cosenza, dove si ravvisa la crescita di reddito maggiore (+2,2%), il dato si attesta a 13.784 di euro. L’aumento ha toccato anche le altre province (Vibo Valentia +2,1% e Reggio Calabria +1,9%) con un impatto leggermente minore su Crotone (+1,6%).

Nel 2016 la spesa per l’acquisto di auto nuove e auto usate è cresciuta in tutte le province. Con particolare riferimento alla spesa per l’acquisto di autovetture nuove è Cosenza a registrare i consumi complessivi più alti (129 milioni di euro, +24,6% sul 2015), seguono Reggio Calabria (92 milioni di euro, +12,4%), Catanzaro (76 milioni di euro, +20,3%), Vibo Valentia (30 milioni di euro, +19,5%) ed infine Crotone (22 milioni di euro, +19,6%).

Relativamente ai consumi di auto usate, Cosenza (135 milioni di euro, +3,8%) e Reggio Calabria (89 milioni di euro, +7,9%) sono le province nelle quali si spende di più. La spesa per l’acquisto di motoveicoli ha registrato una crescita in tutte le province ad eccezione di Crotone che mostra consumi in calo del -2,7%. Trend decisamente positivo per le altre province: guida la classifica Vibo Valentia (+48,4%); seguono Reggio Calabria (+17,3%), Catanzaro (+9,4%), Cosenza (+25,3%).

Per quanto riguarda il settore degli elettrodomestici grandi e piccoli, complessivamente, le famiglie calabresi hanno speso 114 milioni di euro, lo 0,9% in più rispetto all’anno scorso. A livello provinciale si registrano incrementi in linea con la media regionale: Catanzaro +1,1%, Reggio Calabria +1,0%, Vibo Valentia +0,8%, Crotone +0,8% ed infine Cosenza +0,7%. In termini di consumi Cosenza raggiunge 43 milioni di euro, seguita da Reggio Calabria (32 milioni di euro) e Catanzaro (21 milioni di euro). Si fermano a 9 milioni di euro Vibo Valentia e Crotone.

Andamento positivo anche nel settore dell’elettronica di consumo: Cosenza mantiene la testa della classifica dei consumi con 24 milioni di euro (+4,1% rispetto al 2015), seguita da Reggio Calabria (19 milioni di euro, +4,1%), Catanzaro (12 milioni, +4,2%), Vibo Valentia (6 milioni, +3,8%) e Crotone (5 milioni, +4,1%).

Cosenza, poi, è la provincia nella quale in valore assoluto si è speso di più per l’acquisto di mobili (128 milioni di euro, +1,5%), seguono Reggio Calabria (93 milioni di euro, +2,9%), Catanzaro (60 milioni di euro, +2,3%), Crotone (27 milioni di euro, +1,9%) e Vibo Valentia (27 milioni di euro, +1,9%). Da uno sguardo alla spesa media familiare emerge che la classifica è invece guidata da Vibo Valentia (428 di euro), seguita da Reggio Calabria (422 di euro).

Contrariamente rispetto al 2015, nel 2016 la spesa per l’acquisto di prodotti informatici è cresciuta in tutte le province.

Cosenza e Catanzaro sono le province in cui si è registrato un aumento più marcato dei consumi (+6,1%). Reggio Calabria è rimasta in linea con la media regionale (+5,7%) comunque decisamente maggiore rispetto alla media nazionale (+0,7%). A livello di consumi Cosenza guadagna la prima posizione con una spesa che si attesta a 19 milioni di euro.

Come dicevamo, in generale, nel 2016, le famiglie calabresi hanno speso in media per i beni durevoli 1.266 euro (+7,8% rispetto al 2015). L’indicatore in Calabria registra un aumento più marcato rispetto alla media nazionale (+6,4%).

TENDENDE IN CALABRIA: LA SOSTENIBILITÀ

Anche nella nostra regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben 7 su 10 sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).

In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione.

Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).

I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).

Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio-lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.