Il Cras inizia l’anno con 7 nuovi ospiti
Il nuovo anno al CRAS è iniziato con una intensa attività di ricovero e cura di selvatici feriti, in 14 giorni sono arrivati 7 selvatici bisognosi di cure, consegnati alle strutture del CRAS da comuni cittadini e agenti della Polizia provinciale di Cosenza, estremamente solerti nel loro compito collaborativo.
Il primo piccolo ospite del nuovo anno è stato un Pettirosso ritrovato da un privato la mattina del 2 gennaio, l’animale è risultato debilitato e provato dal freddo e dalle condizioni meteo eccezionalmente avverse. La sensibilità e la determinazione di Mariano Riccobello ha fatto si che il piccolo Pettirosso non andasse incontro a un triste destino.
Per fortuna sono tanti gli esempi di comportamenti ecologicamente corretti a cui i collaboratori del CRAS assistono giornalmente, numerose infatti sono le chiamate di cittadini che non rimangono indifferenti davanti a un animale in difficoltà e cercano in tutti i modi di aiutare i selvatici bisognosi di cure. Non ultimo, infatti, è l’intervento del marinaio Santoro Andrea che ha soccorso un Barbagianni sottraendolo alle aggressioni di alcuni cani randagi nella zona di Cantinelle di Corigliano Calabro.
Il rapace è stato quindi prelevato dagli uomini della Polizia Provinciale e consegnato al dott. Bruno Romanelli veterinario del CRAS per ricevere le necessarie cure e infine trasferito presso le strutture di Rende per la riabilitazione. Un bellissimo Gufo comune è stato ritrovato ferito a Castroreggio, anche questo recuperato dalla Polizia Provinciale. Le radiografie eseguite dal Dott. Romanelli hanno evidenziato che le fratture sono state provocate da un colpo di fucile che dimostrano ancora una volta la stupidità di alcuni cacciatori-bracconieri che con i loro gesti provocano seri danni al nostro patrimonio di biodiversità in barba a tutte le normative che tutelano la fauna selvatica.
Sette animali in 14 giorni sono tantissimi se consideriamo anche le avverse condizioni climatiche di questi primi giorni del nuovo anno, speriamo che anche gli sparatori capiscano che la fauna selvatica è un patrimonio da difendere nell’interesse della collettività.