Centrale Saline, Sei, il progetto non è stato capito
"La mozione approvata dal Consiglio Regionale pone ancora una volta l'accento su due temi fondamentali: la necessita' di ascoltare il territorio e quella di conoscere approfonditamente le opportunita' per lo stesso. Due questioni che finora sono totalmente mancate per quanto riguarda il nostro progetto per Saline Joniche". Lo si legge in un comunicato della societa' Sei, che cosi' prosegue: "La mozione approvata ieri dal consiglio regionale chiede di "costruire un percorso di ascolto con le comunita' locali" e dichiara che la Regione e' "aperta al confronto e ad un incontro con le comunita' per la crescita economica e sociale dei territori". Sei - si fa rilevare - condivide a pieno questo approccio e e' intenzionata a puntare proprio sul dialogo con il territorio per aprire un confronto sereno e costruttivo con tutte le parti. Il progetto Sei rappresenta un'opportunita' unica, di grande interesse per le comunita' locali e per tutta la regione, per le enormi ricadute occupazionali e di sviluppo del territorio che comporta. Questo e' il dato su cui la Regione e tutte le istituzioni - continua il comunicato - dovrebbero confrontarsi, mettendo eventualmente in parallelo le alternative realmente percorribili. Tenendo presente che un investimento come quello SEI risulta non solo compatibile con altre attivita' ma anzi le favorisce, chiediamo un raffronto concreto e misurabile rispetto alle opportunita' di crescita e di rilancio economico che le diverse ipotesi di sviluppo potrebbero eventualmente offrire. Prima di parlare di sviluppo e rilancio dell'area e' fondamentale condividere una base comune: il progetto Sei e' ampiamente compatibile sotto il profilo della tutela della salute e dell'ambiente circostante. Non e' la Sei a dirlo ma la Commissione ministeriale composta da 50 esperti accreditati a livello internazionale, unico organo competente per impianti di questa tipologia a livello nazionale. Non solo: lo dice chiunque abbia preso in mano il progetto con approccio scientifico e volonta' di indagare ogni dettaglio sul piano tecnico. Lo dice chi ha osservato la cura posta nell'elaborare l'architetture dell'impianto: un progetto studiato secondo i piu' avanzati parametri di integrazione tra opera umana e natura e affidato a uno degli architetti italiani piu' famosi nel mondo: Italo Rota. Nessun impianto industriale e' mai stato studiato prima con questa attenzione al paesaggio, al territorio, all'ambiente e alla salute pubblica". Nella nota e' anche scritto che "il rifacimento del porto (ad uso largamente turistico e commerciale, poiche' le navi carboniere avranno un altro attracco separato dal porto turistico), le 1.500 persone impiegate per costruire l'impianto, le 300 persone a regime per farlo funzionare, la disponibilita' ad ascoltare le richieste del territorio per far partire una serie di progetti di valorizzazione delle risorse locali investendo decine di milioni di euro, un centro di ricerca e sviluppo sulle piu' promettenti fonti di energia rinnovabile, le borse di studio: sono tutte misure che non vengono messe in campo per far passare un impianto nocivo per la salute (che nessuno al mondo potrebbe accettare, tantomeno una commissione ministeriale), ma sono elementi cardine di un progetto che guarda davvero allo sviluppo del territorio in cui Sei crede. Di fronte a questi elementi, - sostiene la societa' - che vorremmo spiegare nel dettaglio a tutti i cittadini, accogliendo con grande favore un'eventuale richiesta di chiarimenti da parte della Regione e un incontro con il Presidente Scopelliti, ci chiediamo: perche' dire di no a priori senza neanche lo scrupolo di vedere cosa Sei stia realmente proponendo? Chi ha interesse a mantenere le cose come sono? Perche' - conclude - non valutare tutti i dettagli del progetto e poi eventualmente dire di no a valle di un percorso reale di ascolto delle comunita' locali e delle loro istanze? Perche' privare la gente del diritto di sapere e del diritto di scegliere?".