La nati-mortalità delle imprese calabresi nel 2016, l’indagine della Cciaa

Calabria Attualità

“L’informazione economica, anche alla luce della riforma del sistema delle camere di commercio, resta una delle attività di punta del nostro sistema camerale. È per questo - dichiara Alfio Pugliese, presidente della Camera di commercio di Crotone - che abbiamo deciso di mettere il nostro ufficio studi a disposizione dell’intera regione per offrire periodicamente gli aggiornamenti sull’andamento dell’economia regionale anche in rapporto al resto del Paese. Lo facciamo - prosegue - forti dell’esperienza di questi 20 anni di gestione dell’unico osservatorio economico provinciale totalmente realizzato dal nostro personale camerale”.

“Ogni visione di sviluppo, ogni decisione politica, ogni misura dell’efficacia delle politiche deve trovare fondamento nei numeri, ed è partendo dai numeri, non a caso dalla città di Pitagora, che il nostro ufficio studi – sostiene inoltre Donatella Romeo, segretario generale della Camera di commercio pitagorica e responsabile dell’ufficio studi – fornisce una fotografia dello scenario economico e dei movimenti che accompagnano la vita delle imprese. Un nuovo servizio a vantaggio di tutta la comunità economica e politica regionale”.

Nel corso del 2016, il saldo annuale tra iscrizioni e cessazioni di imprese in Calabria, è stato di 2.396 unità. A determinarlo hanno concorso 11.266 iscrizioni di nuove imprese (119 in meno rispetto alla stessa rilevazione del 2015) e 8.870 cessazioni di quelle esistenti (dato al netto delle cancellazioni d’ufficio).

Per le iscrizioni si tratta di un dato peggiorativo rispetto agli ultimi due anni, bilanciato da una riduzione delle cessazioni d’impresa, anche al netto delle cancellazioni d’ufficio, che fa quindi registrare un buon tasso di crescita (1,32%). Questo dato, nettamente al di sopra della media nazionale – solo lo 0,68% - posiziona la Calabria in quarta posizione nella graduatoria nazionale per tassi di crescita delle imprese.

Guardando alle forme giuridiche, in termini assoluti l’aumento del saldo è da ascrivere alle società di capitali (+2.045 unità, ed un tasso di sviluppo positivo pari al 6,45%); alle ditte individuali che presentano un saldo di 540 imprese in più rispetto alla rilevazione anno 2015, facendo registrare un tasso di crescita positivo pari allo 0,45%; alle altre forme, sostanzialmente cooperative e consorzi, che con un saldo di 170 imprese fanno registrare un tasso di sviluppo pari al 2,47%. Unico saldo negativo, quello delle società di persone che con 359 imprese in meno rispetto alla precedente rilevazione, fanno registrare un tasso di crescita negativo pari al -1,59%.

L’analisi di dettaglio dei principali indicatori della nati-mortalità delle imprese nella nostra Regione, per il 2016, ci mostra che il saldo positivo è influenzato soprattutto dai tassi di crescita registrati dalle imprese del Crotonese e del Vibonese; tra l’altro la provincia di Crotone presenta un tasso di crescita pari all’1,83%, che la posiziona in 4^ posizione nella graduatoria nazionale per provincia e tasso di crescita. A seguire, quella di Vibo Valentia, con un tasso di crescita pari all’1,81%. Bene anche le restanti province calabresi, tra i primi 20 posti della graduatoria nazionale.

Paradossalmente, a trainare la crescita della Calabria dell’anno scorso, sono state proprio le province di Crotone e Vibo che insieme rappresentano meno del 20% del totale delle imprese regionali, ma che risultano essere assai più dinamiche delle oltre 80% di quelle con sede a Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria.

Circa la forma giuridica le attività imprenditoriali della regione rimangono rappresentate prevalentemente da ditte individuali, che rappresenta ben il 65,9% del tessuto imprenditoriale dell’intera regione. A seguire, le società di capitali con il 18,4% del totale e le società di persone, che rappresentano l’11,9% del totale delle imprese. Più contenuta invece è la percentuale delle altre forme giuridiche, che rappresentano il 3,8% del tessuto imprenditoriale provinciale.

ANDAMENTO PER SETTORE DI ATTIVITÀ

Il saldo positivo è da imputare principalmente alle imprese agricole (+313 unità). Più contenuti gli altri saldi positivi: Attività professionali, scientifiche e tecniche (+81 imprese); Altre attività di servizi (+34 aziende); Noleggio, agenzie viaggio, servizi (+29 imprese); Attività finanziarie ed assicurative (+38 unità).

Tra i saldi negativi, Attività commerciali (-329 imprese); Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-216 imprese); Trasporto e magazzinaggio (-148 unità). Sostanzialmente stabili i restanti comparti.

Il tessuto imprenditoriale calabrese è composto in misura prevalente da imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare, il 32% nel Commercio; il 17% degli imprenditori operano nel settore dell’Agricoltura; il 17,1% in altre attività e l’11,7% nelle costruzioni.

Esigua la percentuale degli altri settori, per i quali si registra il 7,3% per le attività del manifatturiero; il 6,9% per il comparto turistico e della ristorazione, mentre le imprese non classificate rappresentano l’8% dello stock delle imprese calabresi al 31 dicembre 2016.