Guasto alle sale operatorie, ammalati trasferiti: insorgono medici e anestesisti

Reggio Calabria Salute

Il personale medico e anestesista dell’Ospedale Spoke di Polistena è arrabbiato e sconfortato per non poter esercitare la professione in sicurezza e rispondere prontamente ai doveri istituzionali dei rispettivi ruoli. Il problema è presente da una settimana e ancora oggi non è stato risolto.

La denuncia arriva direttamente da Giuseppe Gentile, segretario regionale del Sulpi, il sindacato unitario dei lavoratori che spiega come il problema siano alcuni guasti all’impianto di respirazione che bloccano l’aria non permettendo al personale di sala operatoria di effettuare gli interventi programmati e in urgenza.

“Delle tre sale operatorie – spiega Gentile - soltanto quella riservata alle emergenze è funzionante, le altre due sono a rischio corto circuito. Solo nel reparto di Ortopedia si trovano 15 pazienti ricoverati in attesa di intervento, mentre le Unità Operative di Ostetricia-Ginecologia, Chirurgia Generale e Ortopedia devono prolungare il ricovero degli ammalati in attesa della riparazione dei guasti”.

Per il sindacato un guasto in due sale operatorie, e con l’augurio che non ne venga interessata anche una terza, dovrebbe trovare la massima attenzione da parte di tutti i livelli istituzionali ed essere superato in tempi rapidissimi non “aspettare una settimana e forse di più per ridare piena sicurezza nelle attività operatorie”.

“In questo scenario – sostiene ancora Gentile - si possono leggere tantissimi sprechi di risorse e gravissime omissioni: il personale del Pronto Soccorso subisce le prime ingiurie e le minacce dell’utenza per non aver dato risposte in loco nell’unico Ospedale di riferimento e nemmeno su quello gemello ubicato a Locri; chi non arriva in codice rosso sangue, viene trasferito a Melito Porto Salvo e a Lamezia Terme; un’urgenza di parto cesareo potrebbe non trovar spazio nell’unica sala operatoria riservata alle urgenze; la stessa chirurgia non può operare un ammalato di tumore perché deve assegnare la priorità all’urgenza che arriva puntuale in tutti i momenti del giorno e della notte.

Il personale del 118, poi, aggiunge il segretario, “anziché svolgere il ruolo di emergenza territoriale deve trasferire gli ammalati non operabili verso altre realtà provinciali o addirittura fuori provincia. Insomma per un probabile corto circuito si fermano due sale operatorie per una settimana e nessuno dispone un intervento tecnico d’estrema urgenza. Questa purtroppo è la sanità che siamo costretti a denunciare, avremmo voluto continuare a parlare di buona sanità ma - conclude Gentile - se non si denunciano i fatti che intralciano la dritta via l’obbiettivo sarà difficile da raggiungere”.